avvenimenti di 50 anni fa ....... 1969

...questi gli accadimenti e gli argomenti di cui si parla in quest'anno, tratti dal:

Bollettino Parrocchiale " LUNGO LA VIA"   1969 -redatto da don Aurelio Frezza

.... per "non dimenticare".

...pricipali argomenti trattati:

 

LA SCUOLA MATERNA

LE CONFERENZE DI CULTURA

L'INCONTRO CONVIVIALE

NOTIZIE STORICHE

LA SCUOLA MATERNA STATALE

VARIE...  (si parla anche di acquedotto del Melin)

Morti

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LA SCUOLA MATERNA


Dunque è stata aperta il 1° Febbraio per l'iscrizione e il 12 per l’inizio dell'assistenza ai nostri piccoli, che abbiamo visto avviarsi, belli e contenti, verso la prima esperienza scolastica.

La soddisfazione dei genitori e della popolazione è stata immédiata e penso che in questa soddisfazione sia contenuto anche il senso di gratitudine per tutti quelli che si sono adoperati perché l'aspirazione di avere un Asilo in paese si traducesse in realtà.

E' vero, siamo ancora lontani da quella completezza di locali, attrezzature didattiche, refezione e funzionamento che riscontriamo negli Asili tenuti da Suore.

Ma siamo appena agli inizi: importante che la Scuola Materna sia avviata: con il tempo non ne mancherà lo sviluppo, e 1'adattamento alle particolari esigenze, che si sentono formulare dalle mamme.

Con un sol colpo non si taglia una pianta, dite voi.


Il Provveditore ha assegnato due Insegnanti, una quale Maestra (Ferro Francesca da Sappada), per un triennio, l’altra (Da Prà Laura da Lozzo) quale Assi-stente.

Alle due Signorine, che svolgono già il loro compito con tanta buona volontà e competenza, facciamo gli auguri di buon lavoro e di stabile permanenza.

* * *

Nella scuola elementare, dopo le note traversie e lo sciopero dei ragazzi, è tornata la calma e la normalità. Ci è stato promesso che la Maestra delle classi superiori non verrà più cambiata per tutto l'anno corrente.

Una buona notizia ci è stata data dall’Autorità scolastica ed è questa: con l’Ottobre prossimo verrà assegnato un terzo posto di insegnamento alla scuola di Costalissoio, il che servirà, se non | togliere, almeno ad alleggerire il grosso inconveniente della pluriclasse.

LE CONFERENZE DI CULTURA


Sono una gran bella cosa, a condizione che siano frequentate, altrimenti diventano una cosa desolante, specie per chi le organizza e per chi è chiamato a tenerle.

Ultimamente è stato tenuto un corso di conferenze sui problemi dei giovani, a Campolongo. Tra i 250 e 300 giovani e ragazze vi hanno partecipato, quindi con buon risultato, anche se si tiene conto che l’invito era stato esteso a tutti paesi dei due comuni limitrofi.

Da Costalissoio e Casada vi hanno presenziato alquante ragazze e pochi giovani.

Alla conferenza tenuta dal Dr. Renzo De Mario sull’agricoltura nel Mec sono intervenuti una metà di quanti vi potevano aver interesse.

Buona la partecipazione alla conferenza dei Dottor Rossi di Auronzo sulla preparazione al matrimonio.

Credo di dover insistere perché si approfitti d'ogni buona occasione per imparare. Si pensa di saperne già abbastanza?

È una presunzione che nasce proprio dal fatto che non si sa abbastanza. Uno più sa e più si accorge di essere lontano dal saper tutto quello che giova nella vita.

DONI

Mi ha piacevolmente sorpreso l'iniziativa presa da Emilio De Bettin e Ugo De Mario, condivisa da un 63 persone dei paese, di acquistare quattro candelabri e una Croce da usarsi per la camera ardente nella circostanza di un decesso.
Veramente ce n’era bisogno, perché si andava avanti con candelieri vecchi della chiesa e un crocifisso inadatto. Perô io non ne avevo mai fatto parola, perchè tenevo presente quanto mi si è detto dopo la sottoscrizione per la tinteggiatura della chiesa: ora lasci in pace la gente per alcuni anni.

L’iniziativa spontanea è andata felicemente in porto e quando una famiglia avrà bisogno per un lutto, di allestire la caméra ardente, non fa che mandar a prendere, e riportare naturalmente, candelabri e Croce. che sono a disposizione.

Non dico grazie, ma addito il fatto come esempio da imitare.

* * *



I figli della defunta Somià Pasqualon Giovanna, per ricordare la loro madre defunta recentemente, regalano alla chiesa un catafalco moderno, che verrà usato al posto di quello attuale in legno e malagevole.

Anche in questo caso, io non avevo mai fatto capire che avrei trovato opportuno un nuovo catafalco. Si è insistito e, dai cataloghi fatti vedere, si è deciso per quell'articolo, per il quale ho dato la mia approvazione.

Contemporaneamente, il signor Gisberto Pomarè, che era andato in negozio, a Parma, per ordinare il catafalco, ha visto un bell'incensiere con navicella e un vaso per l’acqua santa e relativo aspersorio e ha acquistato il tutto inviandolo alla chiesa di Costalissoio, come suo dono personale.

Qui il grazie ci vuole e sentito. Anche se dovrò aggiungere che è sempre bene interpellare il Parroco. quando si vuol fare qualche regalo alla chiesa, per non correre il rischio di donare una cosa inutile o che risulti un doppione: mentre urgerebbero altri bisogni.

L'INCONTRO CONVIVIALE

dei Pompieri e dei Cantori, che si fa ogni anno in occasione della Festa del a Fuoco, è stato tenuto all'Albergo Fabbian, gestito da Gigetto De Mario, con la partecipazione dei Sindaco Cav. Polzotto e dell'Assessore Geom. De Bettin, nonchè dei Parroco.

Il fatto, per essere cosa ormai abituale, non meriterebbe di essere citato, se non mi dasse l’occasione di trascrivere alcune parti dei discorso pronunciato dal Sindaco, in tale circostanza, come da alcuni era stato richiesto.

Ed ecco alcuni passaggi. I puntini stanno al posto di alcune battute scherzose.

« Cari amici! Penso che tutti i cittadini di Costalissoio siano presenti simbolicamente con noi questa sera alla tradizionale cena in segno di gratitudine ai vigili dei fuoco e in particolare al Comandante  De Mario Giuseppe, sempre solerte e spontaneo, coi suoi fedeli collaboratori, a intervenire in tutte le necessità.

Un plauso al nostro Rev. Parroco... Plaudo perché esso, per il bene del pubblico, è anche sportivo, segretario, combattente e premuroso in tutti i piccoli e I grandi problemi dei parrocchiani...

Ammiro e ringrazio i cantori, che, nelle cerimonie religiose, meste e solenni, fanno sentire la loro voce, graziosa e argentina da parte delle signorine, tonanti e sonore da parte dei maschi, guidate da Antonio il grande e accompagnate dalle vibranti note musicali dei maestro Giovanni.

Ringrazio Giacomo il sagrestano, che attende invano l’impianto elettrico delle campane. Ringrazio per il disimpegno scrupoloso dei suoi compiti...

Non dimentichiamo in questa occasione i chierichetti e sarebbe doveroso, in proporzione più ridotta, fare qualche cosa anche per loro.

Concludo e insieme a voi mi auguro di essere sempre cordialmente e familiarmente uniti al nostro Parroco, che, ad onor dei vero, coi suoi salutari insegnamenti ci aiuta a superare ogni dissenso e contrasto, spesso dannosi alla nostra tranquillità ed al nostro benessere ».

È inutile rilevare che i presenti sono rimasti compiaciuti delle belle espressioni loro rivolte. Da parte mia credo che il succo di tutto il discorso sia racchiuso nelle ultime parole: l'esortazione all’unione e alla cordialità dei rapporti null’operare il bene comune.


NOTIZIE STORICHE

Le notizie, che seguono, sono state raccolte dalla viva voce di un anziano, ora passato a miglior vita, da lui stesso apprese dalla tradizione orale: hanno perciò un valore relativo e seguono il filo del discorso popolare.

Dice l’anziano: la casa più vecchia del paese era là dove oggi c’è la casa dei Puro. Apparteneva ai De Mario Poretta (famiglia estinta o in via di estinzione), i veri De Mario, dai quali ebbero origine gli altri De Mario.

Là dove c’è la casa del Boi, era la casa dei Marii (impresari che innalzarono la chiesa nel 1848). Famiglia facoltosa e importante in paese, dopo i Bettina. Gli ultimi dovevano essere un geometra e suo padre assessore comunale e un vecchio zio scapolo. Come avviene spesso, questi curavano diligentemente i propri interessi, anche a scapito della collettività.

Ma si trovarono di fronte un Don Innocente Frescura, che contrastava loro il passo e lottava per tutelare gli interessi della gente povera e, per questo si met-teva sempre negli affari della frazione.

È illuminante questo episodio. Don Innocente si dava un gran daffare per convincere i possessori di un animale da latte a fondare una latteria sociale, perche mal tollerava che costoro si accontentassero di ricavare e mangiare le « ballotte di latte agro ».

Quelli che facevano il buon formaggio e lo vendevano in paese, a prezzi da loro fissati, erano i Marii.

La diffidenza e la paura di restare imbrogliati rendevano difficile la riuscita dell’iniziativa. Ma Don Innocente riuscì a spuntarla e a convincere perfino l'asses-sore e suo figlio geometra.

Ma quando costoro ne fecero parola in famiglia, trovarono l'opposizione decisa del vecchio zio, chiamato « buliffa » perche sempre intento a rimestare le brace e a sollevare faville.

Costui salta su a dire: e dopo andrai tu a comprare il formaggio da chi ha una mucca sola.

Chissà cosa voleva dire. Diffidenza o paura di non poter più vendere il proprio formaggio. Egoismo, quindi.

Dice: sono andati estinti per l’egoismo. Infatti l'ultimo, geometra, si trovò a morire, nella casa Bettina dopo l'incendio del 1884, carico di debiti per mala amministrazione. Nemesi délla storia!

L’altra famiglia, ricca e influente, erano i Bettina, di cui si è parlato in quanto forniva notai e reggitori della Regola e della Fabbriceria.

Queesta famiglia possedeva tutti i terreni dalla vasca di Casada fino ai boschi. I Bettina ne erano diventati proprietari con l'intromettersi nelle questioni, che sorgevano tra una famiglia e l’altra, facendosi mediatori o conciliatori a pagamento (tra i due litiganti il terzo gode!) e con il prestar denaro a forte interesse dato che i debitori a stento potevano saldare i loro debiti, i Bettina si rifacevano appropriandosi dei terreni, sui quali mettevano l'ipoteca.

a questo punto, dice, la povera gente era costretta a lavorare sui terreni dei Bettina per il compenso di un po’ di latte, di pane nero, di minestra.

Quanta miseria. esclama.

Ma anche per i Bettina giunge l'ora del fallimento. Ricorda l'ultimo Bettina, sior Giacomo, che andò a fare il farmacista a Mare. Aveva sei fîglie e non un maschio: rnotivo di esasperazione per il Giacomo Bettina e di umiliazione per la moglie. Qui si inserisce un episodio incredibile.

La moglie del Bettina. quando era alla vigilia del settimo parto, si mette d'accordo con un'altra donna pure in stato di gravidanza avanzata.

Partoriscono nella medesima notte e siccome l'una da regolarmente alla luce una femmina e l'altra, una De Lenart, un maschio, i due neonati vengono scam-biati, all'insaputa del Bettina.

Sior Giacomo, quando, la mattina dopo fanno vedere il maschietto, sarebbe rimasto perplesso e avrebbe esclamato: eh, da questo vien fuori poco di buono.

Se non è vera, è bene inventata, dico io.

Ne combinavano di tutti i colori, aggiunge. Il figlio, fatto grande, sposò una Sacile, che non voleva a tutti i costi abitare quassù. E allora l'ultimo Bettina  vendette tutto alla frazione, palazzo e  terreni.

Così dei Bettina e delle loro proprietà in paese, non restò più nulla.

LA SCUOLA MATERNA STATALE


Aperta nel mese di Febbraio, è stata ufficialmente inaugurata il 18 Maggio alla presenza dei Provveditore agli Studi, del direttore Didattico, dei Dott. Laveder in rappresentanza dei Prefetto e délla Regola, del Commendatore Fontana per la provincia, dei Sindaco Cav. Polzotto e assessori, e altre personalità, nonchè delle mamme dei piccoli iscritti, e non tutte, e di due padri, assenti tutti gli altri. Dopo la benedizione dei locali impartita dal Parroco e i discorsi tenuti dal Provveditore e dal Direttore Didattico l'importanza dell'insegnamento anticipato ai piccoli, préparati dalla Maestra e dall'Assistente, eseguirono un saggio di canti, recite e esercizi ginnastici.
Ora che questa scuola, tanto auspicata, è entrata in piena funzione, dev’essere conservata: e sappiamo che sarà mantenuta aperta se il numéro dei frequentanti non scenderà sotto un certo livello. La frequenza non è strettamente obbligatoria, come pure non si saprebbe come qualifïcare una famiglia che preferisce tenere a casa o per la strada il proprio figliolo, sapendo quanto scarsa sia la capacità educativa di tanti ambienti familiari (pensate alle sole parolacce e bestemmie che i piccoli, già a tre anni, imparano e proferiscono).

* * *

Per i bambini di Casada, dopo anche un’indagine fatta presso quelle famiglie, si è dovuto concludere che l'unica soluzione era quella di avviarli a qualche scuola materna vicina.

Ora siamo al punto che alcuni frequentano la scuola di S. Stefano, altri quella di Costalissoio, altri rimangono a casa. Quando giungerà il momento favorevole, sarà necessario che i Superiori competenti studino il modo di assicurare il trasporto gratuito per i bambini di quella frazione.

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Si sa che la scuola materna è statale, perciò finanziata dallo Stato, per cui la Regola non contribuisce alla spesa neanche con una lira. Era questo l'obbiettivo, al quale da anni si tendeva, perche la Regola mai più avrebbe potuto rimettere in piedi l’Asilo, che una volta esisteva, con i suoi mezzi.

Ora però non è detto che lo Stato arrivi a provvedere a tutto quanto è necessario o utile alle esigenze di una scuola materna.

Per questo motivo, è stata veramente lodevole l'iniziativa presa dal Cav. Giuseppe De Mario e altri, che, in una certa luttuosa circostanza, come sotto è speci-ficato, si sono detti: invece che onorare il defunto con corone di fiori, che oggi sono e domani sono buttate a marcire, pensiamo a qualche opéra buona che rimanga a memoria duratura dell’estinto e torni a beneficio di qualcuno.

Quest'idea è stata accolta e attuata ed oggi l’Asilo può disporre di due attrezzi, una giostrina e uno scivolo, che sono la gioia dei piccoli.

Il Direttore Didattico, Dott. Eupani, ha apprezzato molto il gesto e ha pregato di estendere il suo ringraziamento ai generosi donatori, facendo rilevare che soprattutto sarà grande la riconoscenza dei bambini.

I benpensanti non possono che approvare un tale orientamento. che prende le mosse dal suggerimento, che spesso si legge sulle epigrafi: non fiori ma opere di bene; e che già si allarga: altri infatti stanno imitando l'esempio.
In memoria....

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Totale £ 80.000, che furono spese per acquistare una giostrina e uno scivolo intestati al nome dei defunto.


VARIE

A S. Stefano C. il 9 Settembre rendeva l’anima a Dio Mons. Nicolo Bortolot. di anni 57, dopo 27 anni di ministèro in quel capoluogo.

Solenni funerali. con la partecipazione di 2.000 persane e 100 sacerdoti. hanno suggellato una vita spesa per la gloria di Dio e la salute delle anime. La salma è stata tumulata nella tomba dei Pievani, nella Cappella dei cimitero di S. Stefano.

A succedergli è stato nominato Don Alfonso Zanella, oriundo di Sottocastello, già Parroco di Sargnano. che è stato accolto Domenica 26 Ottobre da una grande folla e da tutti i Sacerdoti dei Comelico e dalle Autorità al completo. La cerimonia di immissione in possesso è stata fatta da Mons. Fiori Arcidiacono dei Cadore.

Ad multos an nos!

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Il Cav. Gaetano Polzotto, stante la lunga malattia che gli impediva di continuare la sua attività di Sindaco, ha rassegnato le dimissioni. Durante i cinque anni, e cinque anni difficili, di amministrazione, non si può dire che si sia risparmiato nel promuovere il bene pubblico.

Come tutti i suoi antecessori e, certamente, come tutti i suoi successori, non ha avuto il dono di fare miracoli o il I carisma délla infallibilità: ma può senz'altro vantare un nutrito bilancio di attività positive, per cui gli si deve riconoscenza incondizionata.

|E' quanto ha già posto in essere il Consiglio Comunale, con una délibéra quanto mai lusinghiera.

A succedergli è stato eletto il Cav. De Mario Giuseppe, pure di Costalissoio, anziano e esperto amministratore, al quale rivolgiamo i nostri voti più calorosi.



Già da 5 anni è in attività a S. Stefano [l’Associazione Bellunese dei donatori volontari  dei sangue (A.B.V.S.), che raggiunge il numéro di 80 soci, ivi compresi  quelli di Campolongo e di S. Pietro.

A Costalissoio, il Dott. Renzo De Mario  si è fatto promotore per l'istituzione di un’analoga Associazione, alla quale hanno aderito, fin’ora n. 40 donatori.

È un opera, quella di dare il proprio sangue, altamente umanitaria e cristiana, della quale non si potrà mai dire abbastanza bene.

Auguriamo che altri si iscrivano e che l' associazione cresca e si dilati.



Mai tanta penuria di acqua come quest'anno. E che sarà durante il prossimo inverno?

La causa non va tanto attribuita allo sperpero fatto dalle famiglie della zona bassa, nè tanto meno alle lavatrici, quanto alla siccità, che ha inaridito le sor-genti.

Si è avuto il bel tempo ed ora lo si sconta.

Dobbiamo rivolgere le nostre speranze all’acqua di Mellin, di cui da anni si parla e che ora pare sia presa in séria considerazione.

Il piano generale degli acquedotti, veramente, non prevede alcun nuovo impianto di captazione d'acqua nell’ambito dei comune di S. Stefano, però il Con-siglio di Valle, vista la triste situazione della frazione di Costalissoio, cercherà di ottenere una deroga dal Ministèro dei Lavori Pubblici, per modo di impiegare subito la somma di 200 milioni di lire.

Intanto lo stesso Consiglio di Valle ha l'autorizzazione a progettare l'acquedotto Mellin-Costalissoio.

I pessimisti pensano che si dovrà attendere I'acqua per almeno tre anni. Gli ottimisti la vedono arrivare entro l'anno prossimo.

Chi vivrà vedrà.



Come e cosa si scriveva in Comelico nel 1923. Desumiamo dal Bollettino « L'Angelo della famiglia » di quel tempo:

« Abbiamo inaugurato le campane e Deo Gratias!

Puzzano ancora un pochetto di todesco, ma per altro sono un corcerto in gamba.

II paese è giubilante e giorno e notte si suona a larghe falde...

L’avvenimento è stato festeggiato con una bicchierata in campanile, proprio sotto le "famose bale d'oro". Tirava vento da Sesto, ma compari e madrine tiravano per il collo le bottiglie e la vinsero. Bravi italiani!

L'amico Don Arnoldo, anche per questo, merita qualche onorificenza.

Per ora (maledetta ingratitudine umana!...) è soltanto Cavaliere della Corona dei S. Rosario... ma l'on. Mussolini pen-erà lui a fare finalmente giustizia! » (Marzo 1923)

Una bella statistica ufficiale ci fa noto che durante il 1922, i 14 mila abitanti dei Comelico hanno sgorlato giù la bagatella di 140 mila litri di acquavite! In-somma 10 litri di sgnappa a testa, contando anche i pupi da latte.

E la spesa al costo d'oggi? Un milione e 500 mila lire! Somma che da sola avrebbe bastato a pagare il pane, la polenta e il mos...

E poi si piange miseria, eh?

Troppa, proprio troppa divozione in Comelico alla Madonna del... Grappa (Febbraio 1923).


APPUNTI STORICI

Da una registrazione notarile dei 1644 ricavo queste notizie, che illuminano sugli usi e costumi dei passato.

Nel 1644 si celebrava a Costalissoio legittimo matrimonio, conforme il Rito di S. Romana Chiesa e le prescrizioni dei Concilio di Trento, tra il « prudente sior Bartolomio figlio dei fu Florian De Mario » e « l' honesta giovine Orsola figlia dei fu Zuanne de Linart ».

Sorse però la questione dellia dote délla sposa. Il fratello di questa, Lonardo, unico erede maschio, non doveva essere uomo di soverchia larghezza nel fissare la parte di eredità paterna spettante alla sorella.

C'è sempre chi vuol troppo e chi vuol dare troppo poco.

Si ricorse allora alla perizia dei beni lasciati dal Zuanne de Linart e si incaricarono di effettuare la stima dei beni. secondo l'uso dei paese: Gregorio de Li-narti e Bettin de Linart, stimadori concordemente eletti.

I quali stimadori, dopo attenta e minuziosa valutazione dei beni mobili ed immobili, stabilirono dover il Lonardo passare alla sorella Orsola dei beni per un valore di L. 500, sentenza che fu accettata dalle due parti.

Questo giudizio, a scanso di future contestazioni, venne portato davanti ad un notaio, perché lo mettesse per iscritto,
« giusta le forme delle leggi e statuti nostri di Cadore ».

E il Notaio scrisse: Nel nome di Cristo. Amen. L'anno di nostra salute 1644 il 17 maggio, in S. Nicolò Comelico, in casa di me infrascritto Notaio, presenti Stefano D’Avara e Giacomo de Vettor da Gera, testimoni chiamati.

Essendo... (e giù la storia che abbiamo riassunto) ...Contente e paghe le due parti « donna Orsola fa al medesimo suo fratello fin, remissione, donazione, qietatione e patio perpetuo di già mai addimandare nè prétendere cos’alcuna per dote paterna nè materna... per maggior osservanza e validità delle premesse cose, toccate le carte, giura ad Sacra Dei Evangelia, praemissis nunquant contravenire... ».

Ma le cose sembra non andassero subito a buon e pacifico fine, perché tre anni dopo, 1647, il Vicario di Cadore deve intervenire e delegare il sior Zuanne d' Olivotto da Costalissoio quale Perito e stimadore, a procedere d’autorità all'assegnazione di cose e beni appartenenti alla eredità paterna fino all’importo di L. 500.

Vediamo allora lo stimadore tirar fuori « camise, lenzioli, coltri e altra biancheria per L. 36. Manere, forche, rastri, badadore e altra ferramenta per L. 12. Una fune, rame, cadena da fogo, per L. 29. Due casse, armari, secchie di legno per L. 60. Vengono poi computate due stanze di legno della casa di abitazione. una stalla costruita in legno. un pezzo di campo, ecc. ».

Mancando il denaro liquida per compensare quanto non poteva essere diviso in due parti, la divisione doveva essere laboriosa e difficile.

Comunque. si sarà delta la parola fine ad una vertenza. che si trascinava da tre anni: non so se con reciproca soddisfazione, perché sempre, in casi dei genere, chi deve dare, pensa di dare troppo e chi riceve, crede di ricevere troppo poco.

 

 

Morti:

1) De Bettin Alice Maria di anni 62. deceduta a Genova il 17 Gennaio 1969 e lumulata a Costalissoio.

2) Somià Pasqualon Giovanna di annl 83, deceduta il 28 Gennaio 1969.

3) Comis Maria Luigia detta Giusep-pina di anni 73, deceduta il 18 Febbraio 1969.

4) Comis Gaudenzio di anni 67, dece-duto il 22 Febbraio 1969.

5) Costan Gioseffa Antonia di anni 87 deceduta il 26 Febbraio 1969.

Deceduti:

6) De Bolfo Melena Romana fu Gio-Batta di anni 66, deceduta il 10 Aprile 1969.


7) Comis Bin Antonio fu Francesco di anni 62, deceduto il 7 Maggio 1969.

8) De Mario Severino di Giusto di anni 39, deceduto per disgrazia sul lavoro nella Costa d'Avorio il 15 Maggio 1969 e qui tumulato.

9) De Rigo Cromaro Graziosa Maria fu Valentino di anni 79, deceduta il 21 Maggio 1969.

10) Comis Lucia fu Osvaldo di anni 87, deceduta il 2 Giugno 1969.

11) Candido Silvio fu Giovanni di anni 42, deceduto a Derendingen (Svizzera) il 16 Giugno 1969 e qui tumulato.

12) De Lenart Sartorel Luigi fu Giuseppe di anni 65, deceduto il 23 Luglio 1969.

13) De Mario Casau Edoardo Giovanni Battista fu Luigi di anni 69, deceduto il 20 Agosto 1969.

14) De Mario Sartor Virginio fu GioBatta di anni 81, deceduto il 4 Novembre 1969.

Rinnoviamo a tutti i familiari vive condoglianze, assicurando preghiere di suffragio.

Riassunto 1968: nati 6

MATRIMONI 3 MORTI 13