La visita al paese del poeta Andrea Zanzotto
(commento ed immagini riferite all'anno 2000)

      
Invitato alla celebrazione del 50° della Parrocchia, si era dichiarato indisposto (forse una malattia diplomatica, visto il carattere schivo..), facendosi rappresentare dalla consorte,  ma con la promessa che avrebbe fatto visita al paese. Ha mantenuto la promessa, ed in agosto, ospite della Regola di Costalissoio, è venuto trovarci. Mediatore dell'incontro il Comm. Guido Buzzo.
       Ricevuto dalla Amministrazione, nei locali della Regola, ha dimostrato interesse per il tipo di istituzione ed i suoi statuti, ha elogiato per il decoro degli ambienti ed ha proseguito per la Chiesa dove è rimasto ad osservare ed a ricordare il tempo in cui giovinetto (1928) aiutava il padre pittore Giovanni negli affreschi che decorano la nostra Chiesa.
      E' passato in canonica per osservare un stampa raffigurante il paese di quei tempi e per apprezzare l'affresco di Vico Calabrò nella sala sottostante. Ha voluto rivedere il tracciato del sentiero che ricordava quando saliva da S.Stefano. La visita è proseguita in Val Visdende presso la nostra "casa del boscaiolo" da dove ha potuto osservare,  in questa cornice, il Peralba.
     
L'avvenimento è stato riportato da diversi giornali: "L'Amico del popolo", "L'Alto Adige" ma soprattutto da quotidiano nazionale "IL GIORNO" che il 3 settembre nell'inserto dedicato alla cultura  ha titolato: "Zanzotto-Il ritorno nel Cadore dell'infanzia" ; "Lo scrittore è tornato a Costalissoio, in Cadore, dove da ragazzo fece da assistente al padre che affrescava la chiesa".
-(il testo integrale dell'intervista pubblicata è inserito in questa pagina dopo le foto)
-(la pubblicazione è stata possibile grazie alla disponibilità e cortesia del dott. Sandro Smerghetto, direttore generale della testata e nuovo "acquisto" di Costalissoio: possiede in paese una abitazione). 

              
         negli uffici della Regola   mentre osserva gli affreschi del padre               

con don Sergio

                                                                                 interesse per l'affresco di Vico Calabrò

   in Val Visdende nella "casa del boscaiolo"

(foto Danieli)

(Dal quotidiano "IL GIORNO" del 3 settembre 2000-inserto "LE TENTAZIONI DEL GIORNO" -pagina: "Cultura & Spettacoli Estate"

ANDREA  ZANZOTTO/ Lo scrittore è tornato a Costalissoio, in Cadore, dove da ragazzo fece da assistente al padre che affrescava la chiesa
La mia poesia, come un percorso di guerra
di Filippo Poletti
COSTALISSOIO  (Belluno)
-<<
Si è nel labirinto - scriveva Andrea Zanzotto sfidando la biologia, la storia e la politica - si è "qui" per tentare di sapere da che parte si entra e si esce o si vola fuori. Per creare una prospettiva.>> Come ciò avvenga è difficile dirlo: alcuni ci provano con la poesia, altri col pennello, altri ancora con le note e via dicendo. Fu così per Dante, fu così per Piero della Francesca, fu così per Monteverdi.
Ed è così per Zanzotto, nato a Pieve di Soligo il 10 ottobre del '21: un <<cultore della poesia>> come si definisce lui, il <<migliore dei poeti italiani nati nel Novecento>> secondo Contini.
Pane della sua poesia sono visioni molteplici della natura e personaggi ricchi che da 78 anni incontra nelle sue valli. Immagini vive e sincere, come quelle della Chiesa di Costalissoio di Santo Stefano (letteralmente <<Costa del sole>>, un paesino della Valvisdende non lontana dall'Austria e dalle fonti del Piave. Autore della SS. Trinità nell'abside, dei santi Marta e Matteo nella navata e dei medaglioni degli Evangelisti, Giovanni Zanzotto, papà di Andrea.
<<Mio padre - ci racconta il poeta vincendo la sua sfiducia nei confronti delle parole - era un perseguitato politico, socialista e cattolico allo stesso tempo>>. Una vita rocambolesca quella di Giovanni: fin dalla giovinezza, per affinare la sua arte e per migliorare le sue condizioni di vita, emigra in molti paesi d'Europa. Allo scoppio della guerra del 15-18 è arruolato e combatte sul Piave.
Più tardi, dopo il no al plebiscito fascista, diventa un uomo scomodo, guardato a vista dalle questure.
Nel '29 fa le valigie e si ritira nel Cadore, a Santo Stefano. Qui, esibendo il diploma conseguito alle Belle Arti di Bologna e la specializzazione in <<pittura di finti legni e marmi>> in Belgio, trova lavoro presso la Scuola Consorziale delle Arti e dei Mestieri: insegnante di disegno tecnico e  d'ornato, dopo il divieto di insegnare nelle scuole pubbliche. Nel tempo libero Giovanni impugna il pennello e cavalca i ponteggi, quelli delle chiese che da sempre ama decorare. Suo assistente, spesso, il piccolo Andrea.
Zanzotto, viene prima la penna o il pennello?
<<Sono sempre stato sensibile al paesaggio. Lo devo a mio padre, col quale vissi a Santo Stefano a cavallo degli anni Trenta: lì frequentai in parte la seconda elementare, lontano dalla mamma insofferente al clima rigido della montagna. Mio padre, decoratore da tre generazioni, fu incaricato di dipingere la Chiesa di Costalissoio. Mi divertivo molto a vedere mio padre lavorare sdraiato sotto la volta. Il mio compito era più semplice: pulivo i pennelli e glieli passavo.>>
Cosa ricorda di Santo Stefano?
<<La vera ricchezza del paesaggio e l'intensità dei colori. Una ricchezza che la Regola di Costalissoio ha saputo preservare dal liberalismo sfrenato. Nella Regola, retaggio del mondo medievale e in cui però molti principi sono basilari, sopravvive il rispetto per la natura.>>
Dopo quell'esperienza, ha mai provato a dipingere?
<<Qualche acquerello, nulla di più. Ha però travasato nella poesia parecchie immagini, soprattutto negli anni Settanta. Nel "Galateo in Bosco" ho cercato di recuperare l'arte miniata, inserendo piccoli disegni. Per "Meteo" ho chiesto invece aiuto alla pittrice Giosetta Fioroni.>>
Da figlio della pittura, cosa significa scrivere poesie?
<<La mia poesia è una specie di percorso di guerra, pieno di salti e sconnessioni. Quasi sempre parto da un dato realistico per arrivare a una scrittura astratta, analogica.>>
Chi può aiutare gli uomini a "risolvere" il mondo, la poesia o la pittura?
<<La natura ci ha dotato di 5 sensi (o più?). Per avere un quadro completo bisogna mettere in atto tutti i sensi. Sotto questo aspetto il poeta dovrebbe essere anche un performer capace di recitare e danzare ciò che scrive. La poesia testimonia soprattutto del valore intramontabile della parola in quanto tale.>>