LA NOSTRA CHIESA
Parrocchia di Costalissoio - Diocesi di Belluno
Frazione già dipendente dalla Chiesa di S.Stefano di Cadore fin dal 1204 sotto la giurisdizione del Patriarca di Aquileia e dell'arcivescovo di Udine  e dal 1848 del Vescovo di Belluno
PRIMA CHIESA costruita nel 1548 - demolita nel 1857 - dedicata alla SS.Trinità - servita dai Cappellani di S.Stefano ***  Primo Cimitero 1790 - secondo Cimitero 1857 ***
ISTITUZIONE DELLA MANSIONERIA 1794  *** scuola elementare iniziata nel 1794 - Primi insegnanti: i Mansionari - nuovo palazzo scolastico 1910
CHIESA ATTUALE  iniziata nel 1847 - ultimata nel 1853 - consacrata dal Vescovo Renier nel 1858 - dedicata alla SS.Trinità - stile neo-classico - Architetto G.Segusini *** Altar maggiore del 1699 - Pala: copia di G.B. Vicari da Valle di Cadore - della STRAGE dei SS. INNOCENTI di Bonifacio de Piatati v. 1550     ***  affreschi di G. Zanzotto  da Treviso 1928  *** Altari laterali del 1770 - donati dalla Chiesa di Candide 1853 - quadri della Via Crucis: di autore tedesco-importati nel 1854 *** Pregevole tela della MADONNA DEL PATROCINIO di autore ignoto.
SANTI venerati: B.V. Assunta-SS. Innocenti - S. Matteo Ap. - S. Marta - S. Antonio Abate - S.Antonio da Padova
Campanile del 1860 - Ing. Pante da Feltre
Incendio del paese e della Chiesa il 15 Gennaio 1884
Erezione della Mansioneria in Parrocchia - dicembre 1950 
Pavimentazione chiesa 1953  -  Organo Rizzaardini 1963  -  Monumento ai Caduti 1955-scultore A. Murer da Falcade.

Da "Appunti storici" scritti per il "Bollettino Parrocchiale" da don Aurelio Frezza

    Nel secolo XIX  il commercio diventò più redditizio. Il bosco due secoli prima si era rivestito di faggi, ora torna ad essere folto di abeti. I Comuni e le Regole incassano notevoli somme e possono procedere a spese vistose.
    E' il tempo in cui sorgono, ad esempio, le belle chiese del Comelico, ispirate allo stile neo-classico, portato in Cadore dal Pigazzi e particolarmente dall'architetto Giuseppe Segusini.
    Circa la piccola e pur graziosa chiesa di Casada non ho trovato ancora notizie particolareggiate. So che è stato costruita nel 1855 e consacrata nel 1858.
    Quanto alla chiesa di Costalissoio, le notizie sono abbastanza abbondanti.
    La prima pietra è stata posta  il 7 settembre 1847 e la costruzione, su progetto del Segusini, appaltata da GioBatta e cugini Valentino e Mario De Mario, fu ultimata nel 1853. Il costo è stato di lire 60.000 circa.
    Il Vescovo Antonio Gava la disse "affabre et eleganter aedificata".
    L'Arcidiacono GioBatta Martini di Padola la benedisse la quarta domenica di ottobre 1853, presenti 12 Sacerdoti e gran folla venuta da tutto il Comelico.
    La consacrazione, cerimonia assai più complessa e solenne, venne rimandata al 13 giugno 1858, quando le rifiniture furono ultimate e pronte anche le quattro campane. Arrivò il Vescovo Mons. Giovanni Raniero e fu un'altra grande giornata per quella popolazione.
    Entrando nei particolari, ricordiamo che l'altar maggiore, costruito in marmi policromi ad intarsio nel 1699, doveva essere stato acquistato e portato quassù circa l'anno 1754. Francesco Casanova fu chiamato dal Marigo a far visione dell'altare nuovo e a controllare se mancava qualche cosa  e a incollare qualche intaglio, che si era staccato o rotto e a mettere in opera il tutto. Sei anni dopo lo stesso lavorò e mise in opera i gradini.
    Ciò venne fatto naturalmente nella chiesa vecchia. Questo altare fu poi trasferito nella chiesa nuova.
    Il Tabernacolo, di pregevolissima fattura, apparteneva alla Chiesa di Carpenedo. Girolamo Da Ronco da Gemona lo acquistò e lo cedette alla Chiesa di Costalissoio, facendolo mettere in opera da scalpellini di Gemona nel 1856. Costò lire 4.516.
    I due altari laterali, in legno e ora assai pregiati furono donati dal fabbricere di Candide Valentino De Lorenzo e fatti collocare sul posto da don Giovanni De Lorenzo (fratello del primo?), mansionario, il quale scrive: "Regallo veramente considerabile e per cui devono essere grati verso il donatore".
    Prima dell'incendio (1894), la cupola o volta, più alta dell'attuale, era decorata da pitture di Giovanni Vicari da Valle di Cadore, del quale restano i due tondi a chiaro-scuro sulla facciata, rappresentanti S. Matteo e S. Marta.
    Questi due tondi costarono lire 560, che furono offerte da Luigi Bettina (£. 200), Libera De Bettin (£.282), Osvaldo De Bettin Lelo (£.78).
    Le attuali pitture, SS. Trinità nel fondo, i quattro Evangelisti, ovali sulla volta, S. Matteo e S. Marta sull'arcone del coro, ecc. sono opera di Giovanni Zanzotto da Treviso (1928).
    Nel 1852, ancor prima che la nuova chiesa fosse ultimata, si domandò alla Superiore Autorità, il permesso di conservare il SS. Sacramento dell'Eucarestia nella nuova chiesa., perchè data la distanza della chiesa di S.Stefano, qualche fedele non corresse il pericolo di morire senza il viatico. Evidentemente, prima di allora, nella chiesa vecchia non si conservava l'Eucarestia.
    Il Vescovo Antonio Gava concesse il permesso, purchè fosse dimostrato il quale modo sarebbe in quale modo sarebbe stata assicurata l'illuminazione perpetua. L'Economo di S. Stefano doveva curare l'esecuzione del decreto.
    Qui si inserisce una forte resistenza da parte del Pievano di S. Stefano, il quale forte resistenza oppose per la costruzione della nuova chiesa, al punto che, il giorno della benedizione, si allontanò dal paese per non assistervi.
    Soltanto nel settembre 1855 gli amministratori locali rispondono "esservi un capitale di £. 2.754, che, in ragione del 5 per cento, dà l'annua rendita di lire 107, la qual somma è sufficiente a provvedere la giornaliera illuminazione".
    Il Decreto del 1852 avrà esecuzione soltanto il 21 ottobre 1855, e sarà il fratello dell'Economo-Pievano, D. Fortunato, che dirà la Messa solenne davanti a gran folla.

Dopo l'incendio del paese nel 1884 che ha danneggiato anche la chiesa, completamente distrutto il tetto, partono i lavori di ripristino e modifica con i progetti sotto illustrati ma che come possiamo constatare non saranno realizzati esattamente come presentati.

 


La chiesa di oggi

 

     
    
      

 Foto sotto....

Cristo sofferente.

Opera del pittore Luigi Regianini

Offerto da Giovanni De Bettin (da Costalissoio) dal 2004 fa parte delle opere custodite nella nostra chiesa.

La Madonna "Signora della pace",  rappresentata nell'opera realizzata dal pittore milanese Luigi Regianini nel 2005, è un acrilico su tela e misura cm 90 x 175. Nel quadro la Madonna è posta in alto nel cielo, immersa in un alone di luce, con le braccia rivolte verso l'umanità e con in mano il Santo Rosario. L'artista ha voluto completare la visione aggiungendo, per simboleggiare la potenza e la grazia della Madonna, un fascio di luce che nasce dalle sue mani e che avvolge l'umanità, rappresentata da un lato dalla famiglia genuflessa in preghiera e dall'altro dal dramma causato dagli orrori della recente guerra. (...tratto dal foglio supplemento al Bollettino parrocchiale di Costalissoio-Casada

Storico..

 lavori al campanile

primo tetto in lamiera

nuovo tetto in rame

anno 2000

La chiesa nel tempo.........

DAL BOLLETINO PAROCHIALE DEL MAGGIO 1971

STORIA DELLE NOSTRE CAMPANE - don Aurelio Frezza

Le prime, piccole eppur squillanti, campane fecero sentire i loro rintocchi nel lontano 1548, forse sono state sostituite da altre nel decorso di 370 anni che ci portano all'anno dell'invasione. In quell'anno, 1918, le tre campane di cui non abbiamo notizie precise, furono requisite e trasformate in cannoni austriaci. Solo la campanella si salvò, perchè facilmente smontabile, fu nascosta e sottratta alla rapina dell'invasore (sotterrata da Zaccaria Folin Valentino nei prati sopra il paese). Nel mese di marzo 1923 arrivarono da Lucca, dove erano state fuse con il bronzo degli stessi cannoni austriaci, le nuove campane, offerte dal Governo come riparazione danni di guerra. Scriveva l'allora curato di S. Nicolò: "puzzano ancora un poco di tedesco, ma per altro sono un concerto in gamba. Il paese è giubilante e giorno e notte si suona a larghe falde". Le tre campane pesavano nell'ordine: Kg. 970,. Kg. 680, Kg. 457, e dovevano rispondere alle note musicali  Mi, Fa diesis, Sol diesis. Verso il Natale del 1937 si guastava la campana piccola e dovette essere rifusa presso la fonderia De Poli di Vittorio Veneto, a spese della Regola, e nel marzo successivo riprendeva il suo servizio sulla cella campanaria. Ma ecco che la stessa cede ancora ai ripetuti colpi dei volonterosi campanari alla vigilia del Natale ultimo passato e mentre scrivo, resta sempre penzolante e muta, in attesa di essere rimossa e rifatta. In questo frattempo si sono fatti molti discorsi. Delle molte cose dette mi ha sorpreso il fatto che parecchie persone, dotate forse di buon udito musicale, si siano accorte da tempo che il concerto non era affatto ben riuscito. Specie, si dice, la piccola era fuori tono. Anch'io mi ero provato e riprovato per stabilire con esattezza i toni delle tre campane, anche con l'aiuto degli strumenti musicali. Ora sono venuti i competenti muniti corista o diapason speciale e ci hanno detto che la campana grande risponde a un Mi crescente di un ottavo (anziché essere un Mi esatto), che la seconda da un Fa diesis calante di un ottavo (anzichè essere un Fa diesis esatto), che la piccola.... bene non poté essere esaminata, ma certamente era fuori tono anche quella. Sia De Poli di Vittorio Veneto, sia Colbachini di Padova, venuti sul posto separatamente, hanno detto: la campana piccola può essere rifusa, ma con quale delle restanti campane dovrà essere intonata? Se la intoniamo con la grande, resta fuori tono la seconda, se la intoniamo con la seconda resta fuori tono la grande. Bisognerà cercare di ridurre le differenze con un lavoro di accordatura, cioè con il ritocco delle tonalità delle due campane esistenti: ma sarà sempre un lavoro approssimativo. Accordatura che verrà a costare 100 mila lire. L'optimum, dice l'Ing. Colbachini, sarebbe la rifusione di tutte e tre le campane (£. 1.350.000) per avere un concerto veramente perfetto e garantito. Qui sono nate le perplessità. E qui si ferma la penna di chi scrive, perché non ha il diritto di interferire e non vuole assumersi responsabilità che non gli competono.

DAL BOLLETINO PAROCHIALE DI OTTOBRE 1971
...
la Regola si assumeva la spesa di £. 1.350.000 .....26 giugno la ditta ebbe l'incarico di rifondere le tre campane....lunedì 14 ottobre, attese con impazienza e tanto interesse, le campane nuove giunsero in paese....dopo una settimana di lavoro le campane motorizzate sono pronte ad entrare in funzione.

NOTA   STORICA -di don Aurelio Frezza pubblicata sul Bollettino Parrocchiale del 1956

    Di quale autore è la pala dell' Altar Maggiore della chiesa di Costalissoio rappresentante la Strage degli Innocenti?
    E' una domanda che è stata fatta parecchie volte e alla  quale anch'io non sapevo rispondere, perchè non ho trovato memorie scritte né persone del posto che ne sapessero qualche cosa.
    Siccome anche questa estate qualche villeggiante nostrano ha fatto confusione al riguardo, credo opportuno mettere per iscritto quanto avevo detto in chiesa il giorno dei SS. Innocenti dell'anno scorso.
    Il quadro, che si presenta ancora molto bene e con colori ancora vividi, è una copia ben fatta del quadro originale, che si conserva all'Accademia delle Belle Arti di Venezia (sala IX) e che fu dipinto dal pittore BONIFACIO DE' PITATI detto anche BONIFACIO VERONESE vissuto nella prima metà del 1500.
    L'altare, in marmi ad intarsio, è stato costruito nel 1699 (come appare dal millesimo inciso nello zoccolo) per una chiesa di Venezia (penso io) e contemporaneamente deve essere stata fatta la copia del quadro.
    Certamente non è  stato costruito espressamente per una chiesa, pur anteriore, di quassù.