APPUNTI STORICI - dal bollettino parrochiale redatto da don Aurelio Frezza

Da una registrazione notarile del 1644 ricavo queste notizie, che illuminano sugli usi e costumi del passato.
Nel 1644 si celebrava a Costalissoio legittimo matrimonio, conforme il Rito di S. Romana Chiesa e le prescrizioni del Concilio di Trento, tra il "prudente sior Bartolomio figlio del fu  Florian De Mario" e "l'honesta  giovine Orsola figlia del fu Zuanne de Linart"(Giovanni De Lenart).
Sorse però la questione della dote della sposa. Il fratello di questa, Lonardo, unico erede maschio, non doveva essere uomo di soverchia larghezza nel fissare la parte di eredità paterna spettante alla sorella.
C'è sempre chi vuol troppo e chi vuol dare troppo poco.
Si ricorse allora alla perizia dei beni lasciati dal Zuanne de Linart e si incaricarono di effettuare la stima dei beni, secondo l'uso del paese. Gregorio di Linart e Bettin di Linart, stimadori concordemente eletti.
I quali stimadori, dopo attenta e minuziosa valutazione dei beni mobili ed immobili, stabilirono dover il Lonardo passare alla sorella Orsola dei beni per un valore di  L. 500, sentenza che fu accettata dalle due parti.
Questo giudizio, a scanso di future contestazioni, venne portato davanti ad un notaio, perchè lo mettesse per iscritto, "giusta le forme delle leggi e statuti nostri del Cadore".
E il Notaio scrisse: Nel nome di Cristo. Amen. L'anno di nostra salute 1644 il 17 maggio in S. Nicolò Comelico, in casa di me infrascritto Notaio, presenti Stefano D' Avara e Giacomo de Vettor da Gera, testimoni chiamati.
Essendo....... (e giù la storia che abbiamo riassunto)   ..... Contente e paghe le due parti "donna Orsola fa al medesimo suo fratello fin, remissione, donazione, quietatione e patto perpetuo di già mai addimandare  nè pretendere  cos'alcuna per dote paterna nè materna.....per maggior osservanza e validità delle premesse cose, toccate le carte , giurò ad Sacra Dei Evangelia, praemissis numquam contravernire....".
Ma le cose sembra non andassero subito a buon e pacifico fine, perchè tre anni dopo , nel 1647, il Vicario di Cadore deve intervenire e delegare il Zuanne d' Olivotto da Costalissoio quale Perito e stimadore, a procedere d'autorità all'assegnazione di cose e beni appartenenti alla eredità paterna fino all'importo di L. 500.
Vediamo allora lo stimadore tirar fuori "camise, lenzioli, coltri e altra biancheria  per L. 36. Manere, forche, rastri, badadore (batadei=affilatore della falce) e altra ferramenta per L. 12. Una fune, rame, cadena da fogo, per L. 29.
Due casse, armari, secchie di legno per L. 60. Vengono poi computate due stanze di legno della casa di abitazione, una stalla costruita in legno, un pezzo di campo, ecc. ".
Mancando il denaro liquido per compensare quanto non poteva essere diviso in due parti, la divisione doveva essere laboriosa e difficile.
Comunque, si sarà detta la parola fine ad una vertenza, che si trascinava da tre anni: non so se con reciproca soddisfazione , perchè sempre, in casi del genere, chi deve dare, pensa di dare troppo e chi riceve, crede di ricevere troppo poco.