LA NOSTRA PIAZZA

(la situazione fino agli anni '30 prima della demolizione della vecchia canonica nel1936)
                        

dopo il 1936

( anni '60 )

Quanti arrivano per la prima volta nel nostro paese si sorprendono di ritrovarsi in un' ampia piazza, come ce ne sono poche nei nostri paesi arrampicati sulle coste. Fino all'anno 1953 le cose non stavano così.
Da sempre, il paese era diviso in due parti dal rio: "Cadarin", di qua del rin; "Ladarin", di la del rin.
Nel tempo il rio aveva creato un affossamento con le due sponde.
Lo si attraversava su un ponticello che si può collocare dove ora esiste la ringhiera con l' "albo" di esposizione dei manifesti comunali e regolieri.
Le sponde del fossato erano state da sempre il ricettacolo dei rifiuti paesani, che per la verità erano molto pochi, salvo che per il materiale inerte proveniente dagli scavi delle case in costruzione nel dopoguerra. Uno degli ultimi scavi riguarda la canonica.
Uno spazio davanti alla Chiesa l'aveva lasciato la vecchia canonica che fu demolita negli anni trenta, ma mancava uno spazio più ampio, adatto al tempo che faceva già intravedere la motorizzazione: una piazza.
Come opera principale costituente la nuova piazza, vi era la costruzione del muraglione di contenimento in cemento posto a valle. Il muro visibile oggi è una piccola parte sporgente dal materiale di scarico che si è riversato, fino a tempi recenti, a ridosso dello stesso. Le foto evidenziano la profondità delle fondamenta.

la ricostruzione del muro a ridosso dell'esistente

Genio - Titino - Milio - Nuti - Zaccaria - Fausto - Giannino

Occorreva poi incanalare l'acqua del rio per l'attraversamento della piazza.
 Non esistevano allora i prefabbricati di questi tempi moderni, come  i grandi tubi in cemento o acciaio, per cui ad una certa altezza si doveva costruire un canale di debite dimensioni, tutto in cemento.
All'imbocco del canale occorreva costruire un grande tombino che raccogliesse i detriti che scendevano dal rio, al fine di poter provvedere, ogni tanto, allo svuotamento evitando l'ostruzione del canale.
Questi i tre elementi della nuova piazza.
(La regimazione del rio, prima del tombino, a monte della piazza, risale a tempi recenti ed è opera dei "Servizi Forestali".)
Negli anni '50 non esistevano ancora i servizi comunali per: strade, acqua, cimiteri, illuminazione pubblica, scuole ecc. tutto era nella disponibilità della "Frazione" (Regola di Costalissoio).
Un'opera impegnativa, dal punto di vista finanziario, come la costruzione della piazza, non era nelle possibilità della Regola per cui si ottenne l'intervento del Genio Civile, ovvero dello Stato.
Redatto il progetto dal Genio Civile stesso, l'opera fu appaltata ad una ditta di Comelico Superiore.
Carriola, piccone e badile, martello e sega erano gli strumenti principali.

Uno dei pochi mezzi motorizzati era una specie di gru con argano, che calava sul fondo una "benna" per portare il cemento o quant'altro serviva.

Le cose non andarono " lisce ".
Quando il muro era quasi alla sommità comparvero crepe, ancora prima del riempimento con il materiale. Siamo nel 1951. Nascono polemiche sull'ipotetico  utilizzo di materiale scadente: poco cemento, uso di sassi, ecc.. e partono anche le denunce alla Pretura.
I lavori furono sospesi. 
Ripresero molto tempo dopo, con progetto dell'ing. Baratto di Belluno, che prevedeva un'opportuna struttura: ferro, cemento.
Mantenendo quanto già costruito si decise la costruzione di un nuovo muro addossato all'interno.
Questa volta andò tutto bene e si arrivò al momento conclusivo: il riempimento.
A questo ci pensarono De Bettin Agostino e Polzotto Gino, che, proprietari di motocarro, presero la terra del materiale di scavo della casa dei "Cavalier" ed altro preso dalla cava di "Croda Palomba".
Nota allegra: si ricorda che mentre il motocarro di Gino aveva un ribaltabile manuale, quello di Gostin o non l'aveva o risultò più rapido scaricare il materiale al grido di: "ciapa pal reie", e preso per la parte anteriore veniva alzato l'intero motocarro e svuotato il cassone.
Il manto di superficie fu la ghiaia bianca, solo più tardi arrivò il porfido.

Questa la storia della "NOSTRA PIAZZA" ultimata nell'anno 1953.

Il rifacimento-riqualificazione della piazza - giugno 2011 iniziano i lavori

il progetto è dello studio ing. Sergio Zandonella Necca (importo del contratto circa 250.000 euro)

novembre 2011 - la nuova illuminazione  
aprile 2013 - ripresa lavori  

19 e 20 ottobre la festa di inaugurazione cliccare >>>qui<<<