novembre 2014...dall'archivio parrocchiale di Candide - "pillole di storia"  n.9

 

1523 - La decima di S. Luca risultò dei seguenti prodotti: segala, calvie 47; orzo 33; frumento 4; avena 14.

1529-1545 - Leonardo Gera, notaio, scrisse atti notarili e fu il primo di cui si conservano nell’archivio comunale di Candide degli atti scritti in lingua italiana, mista però di molti latinismi

1534, agosto 24 - Bortolo Sacco di S. Nicolò e Leonardo di Vittore di Gera, vendono per £. 50 una consorzia sul monte Silvella, ereditata insieme agli altri suoi beni da Nicolò di Avara.

1535, luglio 28 - Il Consiglio dei Dieci di Venezia, atteso l’abuso invalso di tagliare larici giovani per focatico e con l’evidente pericolo di restar privi di genere di tanto necessario per l’Arsenale e per le fabbriche private, decretò alcune proibizioni e limitazioni al taglio di larici ed abeti.

1536 - Si inizia il rifabbrico della chiesa di S. Antonio Abate in Candide, continuando negli anni 1537-38-39. Mistro Culau di Roupel, assunse nel 1536 di rifabbricare la chiesa per £. 1150, prezzo convenuto £.1150 con i Giurati della chiesa, Nicolò Bassanello e Nicolò Doriga. Il lavoro fu terminato nel 1538. La chiesa fu consacrata nel luglio 1548 da Mons. Luca Bisanzio, Vescovo di Cattaro e visitatore delegato del Patriarca.

1536, maggio 30 - Per conto di Giovanni Balbi, negoziante di legnami, viene fatta pignorazione a carico di Gaspare Zandonella di Dosoledo, di alcuni beni.

1537 - La Stua di Padola sul torrente omonimo, già di Domenico Zoldan, da alcuni anni è passata ad un Paolo di Belluno per £. 2.000. Durante la reggenza (1527-1530) del capitano di Cadore Filippo Salomon, andò all’asta e fu comprata da Zuanantonio Zanco da Perarolo; poi il di lui figlio, Vincenzo la cedette in uso ai fratelli Zangrando da Vodo e questi la ripararono incontrando la spesa di £ 100. Lo Zanco voleva tosto riaverla ma i Zangrando si opposero essendo già cominciata la menada delle taglie, le quali al primo maggio devono essere alla confluenza del Digon con il Padola, un pò oltre Gera per la consegna della “coda” (le ultime taglie) alla cosidetta “menada grande”.

1537, ottobre 7 - Ottoprano Martini e Pietro Impoigiesia, giurati del lume di S. Luca in Padola, denunciano all’Arcidiacono Antonio Vecelli, in carica dal 34 al 40, gli eredi del fu Leonardo Wielmo, per non aver pagato un canone dovuto per un maso indiviso con S. Maria di Candide. L’Arcidiacono delega il Pievano GianPaolo Zandonella dall’Aquila a far dividere il maso in colonelli o lotti e darli ai regolieri di Padola in affitto.

1537, ottobre 17 - Gianpaolo Zandonella dall’Aquila di Odorico, è Pievano di Comelico a S. Stefano dal 1537 al 1573, quando vi morì. Precedentemente vi era Pré Taddeo Contarini, nobile veneto, di cui lo Zandonella era vicepievano. Il Contarini però stava sempre assente e finì per rinunziare al posto a favore dello Zandonella che divenne Pievano effettivo per la Bolla Papale del 28 febbraio 1537.

1537, dicembre 8 - L’Arcidiacono fa l’inventario dei beni di S. Luca.

1538, febbraio 23 - Una nota sotto questa data ci riferisce che Leonardo Gera somministrò generi di vittuarìa per £. 3 a mistro Culau murador di Carnia, quando questi lavorava il tetto della chiesa di S. Antonio.

1539, marzo 10 - La Repubblica Veneta ordina al Capitano affinchè il Consolato di Cadore,  in base ai privilegi concessi, punisca i bestemmiatori e raccomanda ogni severità contro tanto deplorevole eccesso.

1539, luglio 26 - In merito alla chiesa di S. Antonio abate è detto in una nota che detta chiesa si crede fondata nel 1089 quando infuriava la peste del fuoco sacro o fuoco di S. Antonio. In riferimento alla data 26 luglio 1539, è riportata nella dizione integrale il contratto - quietanza   della ricostruzione di detta chiesa. Oltre ai nomi riportati nella notizia dell’anno 1536 vi è quale giurato ser Antonio Casapinchien. Il totale della spesa fu di 2.308,5 lire venete, pari ad italiane £. 1154, somma rilevante a quei tempi.

1542 e 1549 - Leonardo Gera e Liberale Fabris di Campolongo, si segnalarono nel prendere i debiti provvedimenti e severe misure di precauzione contro le febbri contagiose che infestavano il Tirolo.

1542 - Leonardo Gera con il fratello Nicolò, costruì un mulino ed una segheria "cum fullone" (con scanalatura) sul torrente Digon.

1544, marzo 3 - Mistro Tommaso Obster da Villabassa e Joni De mistro Giacomo Sader di S.Candido, si obbligano con Andrea da Monte, zurado di S. Maria di Candide ed Ambrogio qn. Zuan d’Ambros Marigo di Candide, “de far el coverto dla Giesia de S. Maria, de scandoletta simile a quella de Sancto Antonio” a stima di Nicolò di Bassanello. Ricevono intanto l’anticipo di 135 rainesi da venete £. 4,10 l’uno.

1545, giugno 14 - Ducale che conferma lo statuto di Cadore , rifatto quanto più possibile nella forma primitiva dal Vicario e dottore in ambe le leggi, Filippo Almerico da Castelfranco, che ebbe come collaboratore il cancelliere della Comunità, Vecellio Vecelli. Lo Statuto sostituì quello asportato dai tedeschi nel 1511. Il rifatto Statuto venne stampato a Venezia nel 1545, formato quarto, pagine 180 e se ne fecero solo 80 esemplari.

1545 - Giambattista Gera di Leonardo qn. Vittore De Blasi e di Giovanna Sacho si divise dal fratello Vittore e divenne il padre dei Gera cosidetti di sopra, dalla posizione della loro casa, relativamente alla casa dell’altra famiglia Gera detta perciò dei Gera di sotto, che sorge più in basso, a fianco della vecchia strada che andava da Candide a Dosoledo.