*** N'sei scrive i accente par certe
parole, ma anche se saves credo che pece savara lede e
allora scrivo come c'vegn, meto cà e là un "ciapêl" o
sottolineo, vê dì: tentei da lede come al parlà de
Costlisêgn! *** TRADUZIONE dal dialetto A FINE PAGINA |
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L'ferie de Elia e Lea da Costauta |
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La scoperta Era Ottobre, ei fatto un giro su pla Val Visseda: ei
girò intorno al San Daniel e sei gnu du par i giarogn verso i Pradette.
Pêco dopo che sminzia al bosco proprio sul trêi me ceto dante a
na "baita". Stota sei dù sù al rifugio de "forcella zovo in doe", a sinistra parte la strada che e indicheda come "Col dei Pradetti-monte Zovo".Dopo nà meda oretta se reva al "col di pradêtte" e un segnal indica al trêi verso "Visseda". Dopo 10-15 minute seguendo al trêi che prima e largo e dopo se strende se reva alla "baita". |
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L'incontro
Nel vicinanze incontro la fêmna che me vêde contenta e me domanda: chi siete? Rispondo in dialetto: sei da Costlisêgn... e csi sminzia al discorso. Appena sora dante la "baita" me speta al sò on. Se presenton, se riconoson come figure (se son viste in giro) ma non come nome.Lêre e: Elia Casanova Borca "Kellera" e Lea Casanova Borca "Sabina", 70 anne portade benissmo e con la salute che s'vêde anche d'fora. Lêre e sorridente, gentii e me invida a tole algo. Me offre nà fetta de dolce e tin d'vin. Ringrazio e promêtto da ricambiè. |
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L'ambiente
La cusina, come che sê vêde dalla fotgrafia e n' amibiente verto dante: un forno in parte de muro col canne che passa sote la bancia e sauda l'giambe, la taula col bancie fa da salotto.Vicin un'autro ambiente sarò: e la cambra. Un pizel tubo porta l'aga liò arente, una ciadura contorna duto e una stangia con bandiera italiana e un'autra con bandiera europea rassicura duce che son a ceda nostra. |
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Le storie
Lêre parla lontiera, forse anche parchè passa pêcia dente, e me conta che chi fà a Costauta e come chi passa la dornada liò. Du ceda, pensionate, fa l'legne, cura la ceda, e a diverse arnie. Me conta come chi cura l'arnie e come che funziona la vita delle "api" dimostrando nà grên competenza. Ai prime de Agosto porta sù verso la baita, con un trattor, l'robe. Dopo tegn lassù un motorin che serve a di dù a fei la spesa e a curè le arnie. Un telefonin in caso d'emergenza. |
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Domando: come passêde la dornada cassù? Me risponde: on 5 pite, doi canarins, don a fonghe e con che passa calcdun se farmon in compagnia.Me conta le storie de con chi era dogn, dla vita vissuda. E bel setii, parla begn e la sò compagnia porta via un'ora senza incordse. |
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Con l'parole e l'fotografie non se riese a contà l'ambiente. Bisogna di de persona e forse se pê capì che par ese seregn e gode dla natura e dla pas non occorre dì tanto lontên. E na storia; auguro a Lea e Elia (e a mì) da podei incontrai n'camò par tance ane.
Le ferie di Elia e Lea da
Costalta
La scoperta- Era Ottobre ed ho fatto un giro lungo la Val Vissada (tra
Costalta e la Val Visdende): ho girato attorno al monte S. Daniele e sono sceso
lungo i ghiaioni verso la località Pradetti. Appena incomincia il bosco, sul
sentiero mi trovo davanti una baita. Mi sono poi informato: un signore e signora
passano li in agosto le loro ferie. Quest'anno ho voluto passare da quelle parti
per incontrarli ed è stata un'esperienza che sa di altri tempi, una storia.
L'itinerario - Quest'anno sono passato dal rifugio di Forcella Zovo, alla
sinistra parte un sentiero, indicato come "Col dei Pradetti-monte Zovo".
Dopo una mezz'ora si arriva a Col dei Pradetti dove un altro segnale indica il
sentiero verso "Vissada". Dopo 10-15 minuti seguendo il sentiero, che
prima largo poi si restringe, si arriva alla baita.
L'incontro - Nelle vicinanze incontro la signora, che contenta di
vedermi, mi chiede: chi siete? Rispondo in dialetto: sono di Costalissoio..e
così incomincia il discorso. Appena sopra, davanti alla baita mi aspetta il
marito. Ci presentiamo, ci riconosciamo come fisionomia (ci siamo visti in
giro), ma non come nome. Loro sono: Elia Casanova Borca "Kellera" e
Lea Casanova Borca "Sabina", 70 anni portati benissimo e con la salute
che traspare. Loro sono sorridenti, gentili e mi invitano "a prendere
qualcosa". Mi offrono una fetta di dolce e del vino. Ringrazio e prometto
di ricambiare.
L'ambiente - La cucina, come si vede dalla foto, è un ambiente aperto
sul davanti: un forno in parte in muratura con la canna fumaria che passa sotto
lo panca e scalda le gambe, la tavola con il giro-panca fanno da salotto. Vicino
un'altro ambiente, chiuso: è la camera. Un tubicino porta dell'acqua corrente
li vicino, uno steccato contorna il tutto ed un palo con bandiera italiana ed
un'altro con bandiera europea rassicurano tutti che siamo a "casa
nostra".
Le storie - Parlano volentieri, forse anche perchè passa poca gente, e
mi raccontano cosa fanno a Costalta e come passano lì la giornata. Giù, a
casa, pensionati, preparano la legna, curano la casa, ed hanno diverse arnie. Mi
raccontano come si curano le arnie e come funziona la vita delle api dimostrando
una grande competenza. Ai primi di agosto portano sù verso la baita, con un
trattore, le cose che servono. Dopo tengono lì un motorino che serve per
scendere in paese a fare la spese ed a curare le arnie. Un telefonino in caso di
emergenza. Domando: come passate le giornate quassù? Mi rispondono: abbiamo
cinque galline, due canarini, andiamo a funghi e quando passa qualcuno ci
fermiamo in compagnia. Mi raccontano le storie di quand'erano giovani, della
vita vissuta. E' bello sentirli, parlano bene e la loro compagnia porta via
un'ora senza accorgersi.
Conclusione - Con le parole e le foto non si riesce a raccontare
l'ambiente. Bisogna andare di persona e forse si può capire che per essere
sereni e godere della natura e della pace non occorre andare tanto lontano. E'
una storia; auguro a Lea ed a Elia (ed al sottoscritto) di poterli incontrare
per tanti anni