Pillole di storia del mese di  Dicembre 2018

Dal bel libro che la prof. Anna Comis (insegnate a Pieve di Cadore) ha dedicato ai suoi genitori ed al paese di origine: Casada.
Pubblicato nel 2003

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Copiate parti che sono comuni ai nostri paesi.


   Dal capitolo "Le guerre"...       ...si legge "Casada" ma vale lo stesso per Costalissoio.

 

....... seguito del  capitolo pubblicato nel mese di Novembre....

 

 

 

La situazione non migliorò nemmeno con la fine della guerra: beni requisiti, case saccheggiate, mancanza di riserve alimentari, interruzione dello vie di comunicazione, pochi i capi bovini per cui non fu possibile aprire le latterie sociali, I comuni erano senza fondi di cassa e quindi si trovavano nell'impossibilità di provvedere ai servizi pubblici, all’assunzione di operai, ad aiutare le famiglie, a prendere provvedimenti per l'approvvigionamento di viveri.

Nell'inverno del 1918 alle morti causate dalla guerra si aggiunsero quelle provocate dall'influenza battezzata ‘Spagnola’. L’epidemia influenzale causata dal retrovirus A del genere Orthomyxoviridae, responsabile in genere di banali affezione alle  mucose respiratorie, dopo febbre altissima, complicazioni polmonari, causò la morte soprattutto dei giovani.

Nel dopoguerra il Mansionario don Angelo Arnoldo, Cappellano Militare del 7* Reggimento alpini, si prodigò nella raccolta di salme sulle montagne del Longiarin, del Cavallino, del Quaterna, dell’Aiarnola, del Chivion, dal Sesis e del Peralba che furono sepolte nel cimitero di guerra di S Stefano da lui ideato e da lui sollecitato. Nel cimitero fatto erigere nel 1923 per volontà di Alberto Lobetti-Bodoni in memoria del figlio Adriano caduto sul Rothech nel 1915, vi sono sepolti 831 italiani. 109 austriaci. 1 boemo, 1 ascaro tutti, raccolti dalle pietose mani di Don Angelo.

A quésti si sono aggiunti: la salma dell’alpino restituita nell'estate del 1983 dal ghiacciaio di Popera ai piedi del Passo della Sentinella e tumulata il 13 agosto alla presenza del Presidente della Repubblica ed i resti del milite della prima guerra mondiale ritrovati anche questi nel Vallon Popera e sepolti con una solenne cerimonia il 9 agosto 2003. Vi sono inoltre sepolti cinque militari italiani caduti nel secondo conflitto mondiale.

In seguito all’invasione nel 1935/36 dell'Etiopia, allora meglio conosciuta come Abissinia, la Società delle Nazioni impose all’Italia sanzioni economiche. Par controbilanciare gli effetti delle sanzioni e per sopperire alle necessità della guerra, il 18 novembre 1935 tutte le donne italiano furono chiamate a donare le loro fedi nuziali ricevendo in cambio una di ferro con la scritta "Oro alla Patria".

....segue...