Pillole di storia del mese di marzo 2018

 

.........da un documento antico....


Come i nostri vecchi del COMELICO trattavano i dipendenti.

Due secoli or sono, in pieno seicento nessuna legge tutelava la invalidità e la vecchiaia dei dipendenti. Pur tuttavia nella vita patriarcale di quel tempo le ricche famiglie del Comelico non consideravano il dipendente quale servo. Questa parola servo ha suonalo sempre male all'orecchio del fiero, libero, indipendente popolo cadorino. Il dipendente era detto un famiglio; era considerato una persona di casa, un fedele domestico, degno dell’affetto del padrone, col quale continuava spesso a convivere fino alla vecchiaia e talvolta anche fino alla morte.

Di questa vita patriarcale e di questi onesti costumi amo dare un saggio eloquente nel documento che qui riproduco ad onore non solo del padrone, ma anche dell'umile e fedele dipendente.

Il notaio Bortolo de Pol (1691-1759) di San Pietro, personaggio notevole che viveva « more nobilium ». Consigliere ed Officiale del Centenaro di Comelico di Sotto, per molti anni Console o Sindaco della Comunità di Cadore, stando nel suo palazzo di Mare (ora di proprietà Cesco Canzian) il 19 settembre 1754, a mezzo del notaio Antonio Comis stipulava il seguente atto:

« Colla presente pubblica scrittura resta accordato tra il Cl.mo Sig. Bortolo de Pol e Zuanne q m Zuanne di Cesco suo famiglio.....

che avendo esso Zuanne consumato la maggior parte de suoi anni in figura di Famiglio di esso Sig. de Pol; ed essendo ora ridotto all'età quasi cadente, il Sig. De Pol medesimo si obbliga a tenerlo in casa sua vita sua durante e a mantenerlo d'onesto vitto e vestito finche vivrà...... perchè esso Zuanne ha consumato il fior de suoi anni in casa sua e si è dimostrato fedele ed obbediente a lui: dovendo inoltre essere assistito, aiutato e governato anco in caso di qualche accidente, imperfezione o malattia che pervenir li potesse..,, e ciò per le cause moventi l'animo d'esso suo patrone.

Dopo la morte poi d'esso Zuanne. il Sig. de Pol si obbliga fargli fare gratuitamente li soliti funerali ed il pane di Scuola solito dispensarsi alli Confratelli e Consorelle della Scuola de Battudi di San Pietro.

E così fu concluso ad laudem Dei».
C. F.