Pillole di storia del mese di MAGGIO 2017
Tratto dal libro "GUERRA E RESISTENZA IN CADORE" di Walter Musizza e Giovanni De Donà
(Capitolo "CATTURA E MORTE DEL CAPITANO HALL")
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...siamo nel 1944 - estratto che riguarda il nostro Comelico e Sappada...
.....segue dal mese di APRILE 2017
Continua ......
Uno dei fatti più importanti e negativi di quell'inverno per l'intero
movimento di Resistenza bellunese avvenne alla fine di gennaio, allorché il
Capitano Hall andò incontro al suo tragico destino.
Nel mese di settembre l'ufficiale americano aveva comunicato ai
partigiani comelicesi la sua decisione, invero inopinata, di spostarsi al più
presto verso la valle del Boite. Subito dopo la distruzione dei ponti del Molinà
e di Treponti (23 e 24 settembre), egli, che allora si trovava preso la locanda
di Benedetto Pomarè a Campolongo, incontrò un sergente e sei prigionieri di
guerra inglesi, cui procurò cibi e letti: essi gli raccontarono "una storia di
partigiani nel Cadore occidentale" e lo indussero a "correre là immediatamente,
ricevere là i lanci". Evidentemente quel racconto fu per lui la molla che,
premuta da una certa insoddisfazione per l'andamento delle operazioni in
Comelico e fors'anche per le posizioni politiche della maggior parte dei
partigiani, coi quali riconobbe spesso di aver avuto discussioni non
propriamente amichevoli (in particolare con "Nemo" a Costa), lo spinse ad una
drastica decisione: portarsi nella zona di Cortina, dove intendeva far spostare
i lanci che attendeva in Val Visdende ed operare attivamente per far saltare
tutte le strade importanti per la ritirata nazista, inficiando il progetto di
resistenza della Alpenfestung. E per seguire tale suo intendimento era disposto
a rinunciare perfino a quell'operatore radio che gli era stato promesso
finalmente, conscio di dover dipendere d'ora in poi dalla radio della missione
Aztec di Joe Benucci, ricorrendo a molti ed estenuanti spostamenti di staffette.
Dopo aver avvisato tramite una lunga lettera il Maggiore Smith di questa
sua volontà, organizzò subito il suo trasferimento, che prevedeva fino ad
Auronzo la scorta di Alfonso Kratter, da parecchio tempo ormai apprezzato ed
affezionato interprete in Val Visdende. Questi ricorda come l'itinerario di
marcia, protrattasi insieme ben oltre Auronzo, fosse stato Val Visdende-Passo
Zovo-Costalta-Gera-Danta-Auronzo-Pian dei Buoi-Rif.Galassi e come il viaggio
fosse avvenuto grazie a diversi uomini
e donne dell'organizzazione, in grado di fornire ricoveri sicuri per il
pernottamento, nonché i viveri indispensabili.
Fornito di cibo presso la casermetta da una squadra di garibaldini lassù
incontrata ed informato del probabile arrivo di molti nazisti da Forcella
Piccola, Hall risalì rapidamente il lato ovest della Val d'Oten, passando a nord
di M. Tranego, per poi scendere sulla statale 51, a Valle di Cadore. Da Venas
raggiunse quindi Forcella Cibiana e da qui, mantenendosi sempre in quota ed
aggirando il lato occidentale del M. Rite, attraverso la Forcella Val d'Inferno,
arrivò a Zoppè con l'aiuto di guide. Il trasferimento risultò molto faticoso,
con 10 centimetri di neve fresca e con il pericolo di valanghe: solo sotto M.
Crot, ad ovest del Passo Staulanza, si raggiunse la strada e si potè così
agevolmente arrivare a S. Fosca, dove Hall accusò sintomi di congelamento al
piede destro.
La decisione di Hall deve essere stata dettata anzitutto dalla sua voglia
d'incidere maggiormente nel settore del sabotaggio delle linee di comunicazione
tedesche, spostandosi in una valle ritenuta a più alta valenza strategica, ma
probabilmente pure dal desiderio di ritagliarsi un suo personale ed originale
spazio operativo, lontano dalla non troppo gradita dipendenza dal superiore
Smith, allora tutto dedito alla Carnia. Sembra inoltre di poter dire che il suo
allontanamento non sia risultato del tutto sgradito ai partigiani del Comelico,
forse da troppo tempo dediti alla protezione dell'americano e troppe volte
delusi nelle aspettative di un aviolancio, tante volte da lui promesso con
inguaribile ottimismo e pur mai avveratosi.
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