Pillole di storia del mese di GIUGNO 2017

Tratto dal libro "GUERRA E RESISTENZA IN CADORE"

di Walter Musizza e Giovanni De Donà

 

(Capitolo "LA STASI MILITARE INVERNALE E IL LAVORO DI RIORGANIZZAZIONE INTERNA")

 

 

...siamo nel 1945 - estratto che riguarda il nostro Comelico e Sappada...

 

.....segue dal mese di MAGGIO 2017

Continua   ......



 

I tedeschi, consci dell'imminente ripresa delle azioni militari partigiane ed edotti del susseguirsi dei lanci alleati, nei mesi di febbraio e marzo 1945 tentarono una serie di azioni volte alla distruzione del movimento e a terrorizzare le popolazioni, cercando per di più di infiltrare spie all'interno della Resistenza. La manovra, concepita con larghezza di mezzi e forte spiegamento di forze, si accanì contro le forze partigiane della sinistra Piave, ma non raggiunse gli obiettivi sperati.

I partigiani da parte loro andavano però accorgendosi che le truppe tedesche impegnate nei rastrellamenti non dovevano costituire il vero nemico e il primario obiettivo di un contrattacco: la prima esigenza appariva quella di colpire il nemico nei suoi movimenti importanti, cioè negli spostamenti di divisioni dal fronte italiano al fronte orientale, con risultati assai più decisivi per la stessa guerra europea. Bisognava insomma comprendere che erano più importanti le perdite inflitte alle truppe in movimento che non a quelle addette ai rastrellamenti, che per lo più erano formate da reparti di polizia e di protezione.

In effetti la zona "Piave" era attraversata da tre importanti linee di comunicazione: la Bassano-Primolano, la Cornuda-Feltre e la Conegliano-Ponte nelle Alpi, linee di fondamentale importanza per la ritirata delle forze tedesche dalla pianura veneta, per la quale erano a disposizione soltanto altre due importanti linee, la Pontebbana e il Brennero. Per impedire che l'avanzata alleata potesse successivamente sfruttare tali linee, erano in corso da parte tedesca importanti lavori di fortificazione nella valle del Piave (Castellavazzo e Termine), in Val Zoldana (zona di Forno di Zoldo), Val Cordevole (zona della Muda), in Val del Mis, Val Cismon, al Ponte della Serra, lavori consistenti in postazioni per mitragliatrici ed artiglieria, peraltro con uso eccezionale di cemento, in collegamento con gallerie, ricoveri e depositi in caverna.

Era stato preparato all'uopo da parte partigiana un piano generale e coordinato di sabotaggi da attuare contemporaneamente da tutte le formazioni alle linee di comunicazione al momento della ritirata tedesca, con azioni multiple di sabotaggio, rafforzate da azioni attive di disturbo alle suddette vie, nonché a quelle più a nord.

In tale contesto operativo va collocata, per esempio, l'assegnazione alla "Calvi" da parte del "Comando Militare Zona Piave", il25 febbraio, del compito di interrompere la linea ferroviaria elettrica Calalzo-Dobbiaco, nonché la strada statale n. 52 del Comelico. Quest'opera di sabotaggio fu senz'altro un aspetto della lotta che incontrò molte difficoltà nel venir recepito e realizzato in Cadore, sia per il forte impatto logistico e morale dei rastrellamenti tedeschi, sia per la mancanza di una chiara visione strategica e tattica della guerra in corso, del piano complessivo della prossima ritirata tedesca.