Pillole di storia del mese di GIUGNO 2018

Dal bel libro che la prof. Anna Comis (insegnate a Pieve di Cadore) ha dedicato ai suoi genitori ed al paese di origine: Casada.
Pubblicato nel 2003

....
Copiate parti che sono comuni ai nostri paesi.


Dal capitolo "Viabilità" una scrupolosa ricerca sulla storia della strada Campitello-Casada-Costalissoio.

 

La strada principale dell’abitato di Casada era quella detta Ronco-Ronchin; essa partiva da Campitello e metteva alTestremo dell’abitato-Questa strada che, oltrepassato l’abitato di Casada, continuava per Costalissoio, non era certamente una strada agevole. L’ing. Luigi De Candido nella relazione relativa alla costruzione di una nuova strada in sostituzione della precedente così ce l’ha descritta:

“L’attuale strada di vecchia costruzione, mette a capo a Campitello alla testata sinistra del ponticello sul Rio Saucè subito sopra l’altro ponte esistente sulla Consorziale da S. Stefano a Padola. Da questo punto la strada ascende (sale) tortuosamente il versante di ponente del monte su cui sta Costalissoio, spaziando attraverso una grandissima estensione di fertili prati e terreni arativi finché giunge alle prime case di Costalissoio, all'ingresso ovest del villaggio. Essa strada, che misura un’estesa di metri 1700, è quasi tutta incassata nel terreno di una ripidissima falda di monte, la carreggiata è larga non più di metri 1,50 ed in molti tratti meno assai. Il piano carreggiabile è profondamente solcato e danneggiato dalle acque che a lungo andare asportarono la parte minuta del materiale che vi componeva il suolo, mettendo a nudo grossi sassi e deformando la via in modo da doverla giudicare letto di un Rio anziché ima strada.

Tale è la condizione di viabilità in cui oggidì si trova la strada. Venendo poi a dire alcun che sul suo andamento planimetrico è da farsi notare che egli è quanto mai vizioso e perché condotto attraverso i più difficili passaggi che potevasi schivare, e perché presenta nelle rivolte tale strettezza da non permettere il giro dei carri i cui sterzi sono limitatissimi.

L’andamento altimetrico della via non è meno vizioso, poiché presentasi in molti luoghi tratti che si devono giudicare insormontabili giungendo la pendenza nientemeno che al 60%.

E dunque la via attuale nelle più tristi condizioni ed inoltre pericolosa, perché non provveduta sul ciglio esterno da opera alcuna di presidio”.

Gli abitanti di Casada e Costalissoio più volte fecero richiesta al Comune di provvedere ad una via ben sistemata che li mettesse in comunicazione col centro del Comune e con le altre grandi arterie stradali da poco costruite. Tale sentita necessità non potè essere presto soddisfatta perché “ le finanze comunali e le forze dei patrimoni delle Frazioni maggiormente interessate, Casada e Costalissoio, erano stremate e sfinite per le spese per la costruzione delle relative chiese e campanili e Costalissoio per riparare ai danni provocati dall’incendio che consunse nell’anno 1836 metà dei villaggio”. Con le loro richieste ottennero però che venissero appaltati nel 1864 a Giuseppe fu Carlo Comis di Casada lavori di “riatto del tronco di strada che dal viottolo di Stalorenzo, confine con Costalissoio metteva, percorrendo l’abitato di Casada a Ronco, indi a Campitello alla grande strada consorziale del Comelico anche con la costruzione di un ponte ad arco murale traverso il rio Saucè”. Nel 1867 furono appaltati altri lavori di riatto “della strada carreggiata detta di Casada che da Campitello metteva al villaggio di Casada a Pietro De Mario che fu obbligato ad impiegare in tali lavori tutti gli individui di Casada che lo avessero richiesto per così impiegare quella classe operaia dei Frazionisti che in mancanza di lavoro e privi di mezzi necessari alla vita per lo scarso prodotto del suolo sarebbero stati costretti a domandare sussidi”.

Cessate, con l’andare del tempo, “le strettezze finanziarie si potè finalmente nell’anno 1868 pensare seriamente ad aprire una linea stradale tra Campitello e Costalissojo tragittando per l’abitato di Casada”.

Nel 1868 l’Amministrazione Comunale diede incarico all’ing. Civile Luigi de Candido di “studiare la più facile linea su cui sviluppare una comoda strada”.

La Delibera Consigliare 28 marzo 1872, approvò il progetto 11 giugno 1871, compilato dall’ingegnere civile Luigi De Candido, progetto che prevedeva un tracciato che abbandonava quasi da per tutto la traccia del precedente e che si sarebbe sviluppato per una complessiva lunghezza di m. 2.360 e una larghezza variabile da m. 3 a m. 3,90. Erano previsti quattro grandi tornanti “inevitabili e necessari per guadagnare l’altezza delle case di Ronco e la spianata di Medei senza spingere la pendenza oltre il 10%”.

Approvato il progetto era indispensabile reperire i fondi necessari. Il consigliere di Casada Gio:Battista Comis ed il consigliere di Costalissoio Valentino De Mario, visto che la strada era stata inclusa nel 1869 nell’elenco delle strade comunali obbligatorie, ritenevano che tale spesa dovesse gravare sulle casse del Comune Generale come fino ad allora erano gravate le spese di tutte le altre opere, mentre per i restanti 13 consiglieri, rappresentanti delle frazioni di S. Stefano e di Campolongo, le spese dovevano essere sostenute solamente dalle due frazioni interessate. Né la petizione dei frazionisti per ottenere un “miglior riparto di spese e di Consiglieri”, né il sollecito del Prefetto affinché l’Amministrazione presentasse la documentazione necessaria per attingere al fondo speciale previsto dalla legge 30 agosto 1868, valsero a far cambiare idea al Consiglio Comunale. La strada rimaneva sempre quella vecchia strada bisognosa di periodici lavori di sistemazione. Nel 1882 vennero eseguiti, impiegando solo manodopera della frazione, “lavori di riatto della strada comunale che dalla piazza di S. Lorenzo discendeva da un lato a Campitello e dall’altro al Cristo di Ciacitoi verso S. Stefano”. Ai primi del 1900 poiché “la strada non rispondeva più alle esigenze ed ai crescenti bisogni dei frazionisti, sia pel fatto che la stessa rivestiva appena il carattere di strada mulattiera per ragioni non solo della limitata larghezza ma anche a motivo della fortissima pendenza che presentava” l’Amministrazione Comunale affidò l’incarico all’ing. Civile Giuseppe De Zolt di “allestire un progetto a base dell’esecuzione dei lavori”. L’ing. De Zolt apportò delle correzioni e delle modifiche al tracciato dell’ing. De Candido, fissando “definitivamente l’andamento planimetrico ed altimetrico della nuova strada in armonia con la configurazione e la natura del terreno”. Il nuovo tracciato previsto si scostava da quello precedentemente pensato nel tratto in piano da Ronco alla fine del paese; si limitava solamente alla sistemazione della sede stradale già esistente. Il tratto tra il ponte sul rio Saucè ed il confine estremo dell’abitato di Casada in prossimità della casa Janesi Tamon, prevedeva, dove possibile, una larghezza di m. 6 in “considerazione che le zone laterali si prestano per l’impianto di nuove costruzioni così che in epoca non lontana detto tronco figurerà come strada interna del nuovo abitato...nei punti di maggior importanza verranno collocati dei paracarri a presidio della strada non trovandosi attualmente la frazione in condizione di provvedere alla costruzione di una barriera lungo tutto il percorso stradale”.

Anche questa volta si presentò la necessità di reperire i fondi per l'apertura di un primo tronco di strada tra Campitello e Casada "dell'estesa di m. 1.030 e con l’ascesa complessiva di m. 90” e di un secondo tra Casada e l’abitato di Costalissoio “dell’estesa di m. 1.360 ulteriore dislivello di m. 110”.

Per determinare la “caratura da assegnarsi alle due frazioni per il concorso nella spesa da incontrarsi per la costruzione della nuova strada" l'ing. De Zolt prese in esame i seguenti elementi: popolazione (Casada contava 228 abitanti, Costalissoio 622); ricchezza territoriale, agraria, industriale e commerciale; ragione inversa della distanza; lunghezza della strada per la parte di cui ciascuna frazione possa giovarsi. In base a detti elementi il contributo stabilito fu “nella misura di 29/84 per Casada ed f i residui 55/84 per Costalissoio” da corrispondere “colla caratura di cioè di un terzo a sostegno della spesa che verrà incontrata per la costruzione del primo tronco fino a Casada e con l’obbligo di integrare tale versamento ed elevarlo a 55/84 della spesa totale al momento che sarà aperto anche il secondo tronco fino a Costalissoio”.

Per tale opera vennero occupati parte dei terreni di: ....

....

I lavori di Costruzione furono assunti dall’impresa Doriguzzi Paolo con atto di aggiudicazione 17 ottobre 1904 e furono collaudati nel 1911.

Nel 1954 l’amministrazione di Casada | fece eseguire lavori per una radicale sistemazione del fondo stradale e di allargamento. Non fu però ] possibile ottenere l’allargamento adeguato proprio all’ingresso della via principale e neppure correggere la pendenza non sempre uniforme. Nel 1957 fu sistemato l’innesto sulla strada provinciale ed eseguita l'asfaltatura anche se non per l’intero tratto. Non era stata asfaltata una rampa, la più acuta, chi diceva per mancanza di fondi, chi invece per non rendere difficile il passaggio durante la stagione invernale. Nello stesso anno fu sistemato anche il tratto rimasto della vecchia strada usato come scorciatoia: “la curta”. Essa fu resa più praticabile e più comoda e completata con una gradinata finale. L’alluvione del 4 novembre 1966 distrusse il ponte sul rio Saucè. Un ponte provvisorio fu ricostruito a tempo di primato e nel 1967 fu riedificato in muratura. Dal 1° luglio 1976 il tratto di strada Costalissoio-Campitello passò alla manutenzione provinciale. Nel 1988 l’Arnministrazione Provinciale appaltò alla Ditta Conte di Padova la posa in opera dei guard-rail in legno sulla strada di Casada eliminando così la pericolosità per le vetture in transito. La ditta Olivotto costruì il muretto di sostegno in via Solferino e contemporaneamente allargò la strada rendendola possibile a parcheggio. Nel 2001 furono rifatti i muri di sostegno che mostravano segni di cedimento in seguito al passaggio continuo di camion carichi di sassi diretti a Costalissoio. Per due anni era stato impedito il regolare transito di veicoli.