Pillole di storia del mese di  AGOSTO 2019

Dal bel libro che la prof. Anna Comis (insegnate a Pieve di Cadore) ha dedicato ai suoi genitori ed al paese di origine: Casada.
Pubblicato nel 2003

....
Copiate parti che sono comuni ai nostri paesi.


   Dal capitolo "Regola"...       ...si legge "Casada" ma vale lo stesso per Costalissoio.

 

....... seguito del  capitolo pubblicato nel mese di LUGLIO 2019....

 

NOTE
1 ) La Chiesa è sempre stata riconosciuta “Regoliere ad honorem”, non tanto e solo per una distinzione onorifica, quanto invece perché paragonata ai regolieri relativamente ai diritti. I diritti che la Chiesa ha sulla cassa della Regola e che la Fabbriceria, composta di regolieri, fa valere ogniqualvolta, ha dei bisogni o spese cui andar incontro, sono fondati negli antichi laudi e riconosciuti e riportati sugli Statuti attuali. Per cui sono diritti veri e propri. Storicamente questi diritti hanno un’origine ben chiara. Prima del 1870, la Chiesa aveva boschi propri che i vecchi avevano passato in proprietà della chiesa stessa e destinati ai bisogni della Fabbriceria e che la Fabbriceria amministrava. Con le leggi eversive del 1870, che incamerarono i beni della Chiesa a beneficio dello Stato, il Comune o Regola rivendicò come propri i beni fino allora goduti dalla Chiesa, e la Fabbriceria, prestandosi al gioco, accettò e approvò come legittima la rivendicazione dei beni in parola da parte del Comune o Regola. Così “nel 1876, ad evitare che il patrimonio boschivo della Pieve di Santo Stefano fosse incamerato dal Demanio dello Stato, il Comune ne rivendicò con successo la proprietà e passò detti boschi in godimento alle Frazioni e precisamente il bosco di Piniè alle Regole di Santo Stefano, Costalissoio e Casada in ragione rispettivamente di 3/6, 2/6 ed 1/6, ed il bosco della Madonna, in località Bosco Nero, alla Frazione di Campolongo. Sennonché, sempre in base agli accordi interni intervenuti e in forza del principio giuridico “do ut des”, la Fabbriceria domandò e il Comune o la Regola accettò, che d’allora in poi ai bisogni e alle spese di culto provvedesse il Comune o Regola, sostituendosi in tal modo alla Fabbriceria. In seguito a tali accordi, per quasi ottant’anni dal 1878 al 1955 le spese inerenti all’Antica Pieve di Santo Stefano (per la Chiesa, la Canonica, la Fabbriceria, il Clero e per il sagrestano) furono stanziate sul bilancio sociale comunale mentre quelle delle altre chiese furono stanziate sulla cassa di ciascuna Regola o Frazione. Con l’istituzione della Parrocchia di Costalissoio e Casada fu richiesto dai Rappresentanti di quelle Regole che il Comune si assumesse anche l’onere delle loro Parrocchie o che ogni Frazione pensasse per le rispettive spese di Culto. In un primo tempo l’azione delle Regole di Costalissoio e Casada non approdò a nessun risultato perché i Rappresentanti di queste si trovarono in minoranza nel Consiglio Comunale, ed anche perché l’istituzione della loro Parrocchia fu effettuata senza nessun preventivo accordo con il Comune (vedere il capitolo La nuova Parrocchia). Costalissoio e Casada si trovarono invece in maggioranza quando con la successiva istituzione della Parrocchia di Campolongo, i loro interessi coincisero con quelli di Campolongo, ma si prospettarono allora discordi valutazioni e proposte diverse di soluzione. La Frazione Regola di Santo Stefano che non aveva mai sostenuto direttamente nessun onere continuativo di spese di Culto affermava che godendo tutte le Regole dell’ex patrimonio della Chiesa Matrice, l’onere per la Pieve doveva gravare ancora attraverso il Comune su tutte le Regole, ossia, si dovevano mantenere gli stanziamenti sul bilancio Comunale. Le altre Regole obiettarono che mentre esse avevano dovuto sempre provvedere oltre che per la Chiesa Pievanale anche per le proprie Chiese ed ora dovevano far fronte a tutto a loro spese, anche per le rispettive Canoniche e per le maggiori esigenze inerenti alla istituzione delle loro Parrocchie, Santo Stefano avrebbe goduto ancora di una situazione di privilegio trovando modernamente sistemata sia la Chiesa che la Canonica. Non accettarono neppure lo stanziamento nel bilancio comunale di un assegno di rappresentanza e di prestigio per la Chiesa Matrice che innegabilmente aveva maggiori oneri ed esigenze. Si arrivò alla soluzione secondo la quale ogni Regola avrebbe provveduto alle spese di Culto per le rispettive Parrocchie e, pertanto, a partire dal 1956, le spese non figurarono più sul bilancio perché passarono a carico dei bilanci delle quattro Regole. Riallacciandosi idealmente alle origini del patrimonio boschivo che la Pieve di Santo Stefano ha anticamente avuto in dote, si può considerare che la Matrice abbia suddiviso con le Figlie il proprio patrimonio per un rispettivo più fecondo spirituale vantaggio. Le Regole che godono ora questo patrimonio assumendosi le spese di Culto, hanno continuato la tradizione degli Avi provvedendo i mezzi per la vita Religiosa delle proprie Comunità (Comune di S. Stefano di Cadore - Relazione sull’attività dell’Amministrazione comunale dal giugno 1951 al 27 maggio 1956) così le Tavole di fondazione della Parrocchia di Costalissoio e Casada portano a chiare lettere “La Regola ha il dovere di provvedere alla manutenzione della Chiesa ed anche a tutte le spese di culto...”.


Bibliografia:

Comune di Santo Stefano di Cadore, Relazione sull’attività dell’amministrazione comunale dal giugno 1951 al 27 maggio 1956, Tipografia Vescovile-Belluno.

Giovanni Fontana, Durante la guerra e l’occupazione tedesca dal 1939 al 1945, Castaldi -Feltre.

Fausto De Zolt - Gino De Villa - Tullio Pellizzaroli - Gio:Batta Cesco - Giovanni Doriguzzi, Relazione sullo scioglimento della comunione dei beni promiscui in Val Visdende, 12 agosto 1954.

Orlando Angoletta, Memoria difensionale per le Frazioni di Casada e Costalissoio del Comelico - aderenti le Frazioni di S. Stefano e Campolongo - nelle cause relative alla comproprietà e divisione dei promiscui di Visdende con i consorti e la Frazione di Mezza Danta di sotto e il Comune di S. Pietro-Cadore, Tip. Cavesago Belluno 1905.

Regola di Casada, Documenti Vari.

 

....segue...