Pillole di storia del mese di NOVEMBRE 2017
Tratto dal libro "GUERRA E RESISTENZA IN CADORE" di Walter Musizza e Giovanni De Donà
(Capitolo "LA LIBERAZIONE")
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...siamo nel 1945 - estratto che riguarda il nostro Comelico e Sappada...
.....segue dal mese di OTTOBRE 2017
Continua ......
La liberazione
Il giorno 1 aprile 1945 era Domenica di Pasqua ed anche in Cadore da ogni
chiesa ed ogni umile desco familiare spartanamente imbandito s'alzava la
preghiera per la fine di quel tremendo conflitto, che sembrava aver eletto
davvero le nostre valli a suo ultimo, drammatico teatro. Era la preghiera per
una pace invocata da tempo, pagata e meritata ormai da mille sacrifici, tante
volte adombrata e altrettante defilatasi beffarda, ma ora finalmente suffragata
da notizie attendibili, da fatti concreti, per certi versi addirittura visibili.
Si moltiplicavano di giorno in giorno i segnali del cedimento tedesco, piccole
testimonianze invero già manifestatesi nei mesi precedenti, tangibili perfino
nella realtà dei nostri piccoli paesi: esse, rimaste finora episodiche, isolate,
mai fuse in un contesto nitido per la gente umile e profana, ora invece
concordavano nitide e lampanti nel delineare anche agli occhi dei più scettici e
prudenti la percezione netta che la guerra andava davvero di corsa verso il suo
epilogo e la grande Germania verso la sua catastrofe.
D'altra parte, pur in presenza di evidenti segni della prossima fine, una
parte consistente della popolazione continuava a cullarsi, forse ora più che
mai, in una sorta di acritico attesismo, rifiutando pure gli ultimi sacrifici
richiesti dai partigiani attraverso alcune requisizioni di burro e formaggio e
condannando moralmente più i bombardamenti alleati e certi furti in extremis a
danno delle truppe naziste in ritirata che non le reiterate e ben più vergognose
sopraffazioni commesse da queste nei mesi precedenti.
H Gen. tedesco Vietinghoff, che dal mese di marzo sostituiva Kesserling,
con le sue 27 divisioni tedesche, peraltro incomplete e poi ridotte a 23,
supportate da eterogenei reparti fascisti, cosacchi, caucasici e cetnici,
intendeva svolgere una ritirata "elastica ed aggressiva", scandita lungo le
varie linee di difesa predisposte nella pianura padana, nelle Prealpi e nelle
Alpi, puntando infine sulla resistenza ad olranza tra i bastioni delle montagne
bavaresi, in attesa fidente dei miracolosi esiti delle promesse armi segrete.
Da parte
sua il Gen. Clark con il suo 15° Gruppo Armate multinazionale contava di
espugnare in almeno due punti la "linea gotica" affidandosi alla manovra rapida
dei corpi motorizzati e agli interventi massicci ed annichilenti dell'aviazione
(Brìtish Desert Air Force e Mediterranean Air Command), programmati e guidati
dai messaggi delle missioni alleate, tra cui spiccava la Margot-Hollis dell'O.S.S.3
La vera offensiva anglo-americana iniziò il 5 aprile '45 nel settore tirrenico
(5a Armata di Truscott) e il giorno 9 in quello adriatico (8a Armata di Me
Creery), ma solo il giorno 10 Clark inviava ai comandi della Resistenza un
messaggio radio per annunciare che la battaglia finale era cominciata. In verità
il ruolo assegnato ai partigiani non era quello sperato: gli Alleati esitavano
ad investire il movimento garibaldino di responsabilità militari che
rischiavano, a guerra finita, di tradursi in potere politico comunista.
Ma il CLNA.I. e il C.V.L., fra il 13 e il 20 aprile, stilarono ordini chiari
sull'insurrezione generale, volta a liberare le città grandi e piccole e a
bloccare il grosso delle forze naziste in ritirata. Il "Comando Regionale
Veneto", che estendeva la sua giurisdizione anche sul Friuli, decretava
l'insurrezione nella notte del 26 aprile:
Il giorno 27 aprile, dopo aver sistematicamente eliminato tutti i presidi della
loro zona, i reparti della divisione Garibaldi "Nannetti" si portarono
all'offensiva sulla strada contro il nemico in ritirata. Il gruppo brigate
"Vittorio Veneto" bloccava tutte le strade della pianura che portavano al passo
del Fadalto ed effettuava, con l'intervento delle organizzazioni territoriali
locali, il blocco del passo interrompendolo in più punti con ostacoli mobili,
predisponendone anche la difesa. Dopo ore di fuoco con tutti i mezzi di cui
potevano disporre, dalle mine stradali all'abbattimento di alberi sulle strade,
le forze del gruppo brigate il 28 aprile davanti a Vittorio Veneto ottenevano la
resa di due divisioni motorizzate e potevano informare, attraverso gli ufficiali
di collegamento, il comando alleato della avvenuta capitolazione delle forze
tedesche e della liberazione delle strade fino a Vittorio Veneto.
L'azione della "Nannetti" aveva portato ad ottimi risultati anche nella
salvaguardia delle centrali elettriche, mentre non era riuscito il blocco
militare alla stretta di Quero, dove massiccio e continuo si palesava l'afflusso
delle colonne tedesche, che seguivano la destra Piave e riuscivano in qualche
modo a superare gli ostacoli frapposti dai partigiani lungo la vallata media del
Piave.