Curiosità storica.

Nasce nel maggio del 1952 il primo numero del mensile "IL COMELICO" con la direzione di A. Pellizzaroli.
Nell'articolo di presentazione: L'idea di formare questo giornale nacque una sera. Una di quelle sere d'inverno lunghe e fredde, in un caffé del centro  tra alcuni amici, centellinando un buon bicchiere di vino, di quello "Verona" buono, che ti fa fare il bis e anche il tris, dopo i quali inizia un lungo colloquio che cominciando con i problemi del capoluogo va a finire su tutti quelli dell'intera Vallata.
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direzione e amministrazione - via S.Candido- S.Stefano di Cadore
prezzo £. 35

nno 2  n.5  maggio 1953       pillole -appunti-storia dal mensile "IL COMELICO"

 

BREVE LEGGENDA COMELICESE

Chi da Stefano va verso Comrlico Superiore, vede sopra l’abitato di Candide e di Casamazzagno, a dominio assoluto delle valli del Padola e del Digon, su di un colle che pare posto come fortilizio, un tozzo campanile, della solita forma degli antichi campanili cadorini, robusto, col tetto a quattro spioventi, a forma di modesta piramide che non vuol far concorrenza (come certi campanili tedeschi) alle cime che l’attorniano, colla cella a larghe finestre archiacute.

Il 14 settembre 1422 dinanzi a questa chiesetta si radunò la Regola di Candide per disporre di certi pascoli per buoi e vitelli (pergamena n. 20 dell'archivio municipale di Candide). Nel 1518 eravi solo un altariolo, ma nel 1548 il Vescovo Paolo Bisanti in nome del Patriarca d’Aquileia, consacrava già la nuova, I' attuale chiesetta, sorta in stile gotico come quella di S. Antonio di Candide, come quella di S. Caterina d Auronzo, forse su disegno dello stesso architetto, Nicolò Ruopel di Carnia. La porta maggiore e gotica, con cordoni intrecciantisi in alto, la minore, a sud. invece piuttosto romanica. Aggiunte posteriori sono le due cappelle laterali dell’abside che certamente, sostituiscono orrendamente quelle gotiche, come, purtroppo a S. Nicolò. L'interno è stato rovinato dai restauri del 1897, conserva due quadri di Tommaso Da Rin, due di Pio Solerò e uno che pare di Cesare Bagni da Pesaro, un paliotto dipinto su cuoio, due stucchi con la nascita di Gesù e la fuga in Egitto.

La chiesetta dovrebbe essere restaurata intelligentemente e sarebbe una bella gemma per il Comelico.

II campanile, un giorno, ebbe due campanelle che diffondevano i loro rintocchi argentini nella bellissima vallata e i comelicesi obbedivano ai loro inviti, perciò il diavolo odiava le due campanelle, ne volle rapire almeno una e la portò a San Candido di Pusteria, dove pare si trovi tuttora. Quando questa campanella vien suonata, dicono che con amara ed inesausta nostalgia essa canti in buon comelicese:

A S. Lunardu sei partida,

Su par Tortoi sei trascineda,

A Pian Seri sei riposada,

A Pera Svessa sei sotrada,

A S. Candi sei arveda.

Ch‘al diau m'ha purtada.

Par l' anma de ’n buton.

 L’ltimo verso (che non tutte le versioni ripetono) giustificherebbe la storiella di un furbacchione che rubo la campana e la vendette a S. Candido a un collega; per nascondere il furto egli avrebbe messo in circolazione la voce che uno di S. Candido, innamorato della campana, avrebbe volentieri dato l’anima al demonio se questi gliel'avesse procurata. Avutala, avrebbe compensalo il demonio con l'anima .. d'un bottone.

Aggiungiamo, per chi non è di Comelico Superiore, che a Pian Seri riposano i viandanti che da S. Leonardo per la sassosa strada di Tortoi vanno sul monte Spina e che la Pera Svessa (pietra fessa, spaccata in due) trovasi sulle pendici di questo monte: ivi la campana sarebbe stata sotterrata e per vie sotterranee fatta giungere a San Candido.

___, Giovanni Fabbiani